Immigrazione, commercialisti teramani in manette

12 Gennaio 2011   11:12  

Due commercialisti teramani ed un cittadino del Bangladesh sono stati arrestati stamane dai carabinieri della stazione di Sant'Egidio alla Vibrata (Teramo) con l'accusa di concorso in favoreggiamento dell'immigrazione clandestina finalizzata all'ingiusto profitto e falso ideologico.

L'operazione condotta dalla forze dell'ordine si inserisce nel filone dell'inchiesta avviata dai militari teramani sui flussi d'ingresso di cittadini stranieri in Italia.  Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono stati firmati dal gip di Teramo Giovanni De Renzis su richiesta del pm Stefano Giovagnoni.

Un consulente del lavoro di 61 anni, Roberto Di Francesco, ed un ragioniere di 50, Francesco Aquilani, entrambi di Civitella del Tronto (Teramo) sono stati arrestati all'alba di oggi dai carabinieri della stazione di Sant'Egidio alla Vibrata (Teramo) diretti dal comandante Mario De Nicola e dai colleghi del nucleo ispettorato del lavoro carabinieri di Teramo agli ordini del maresciallo Vincenzo Maselli, coordinati dal capitano di compagnia Pompeo Quagliozzi.

I due, in concorso con un cittadino bengalese di 31 anni, Mohammad Kapil Uddin - che fungeva da intermediario - sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina finalizzata all'ingiusto profitto e falso ideologico. E'invece indagata una donna di 30 anni collaboratrice di studio di uno dei due professionisti arrestati. Le tre ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip di Teramo Giovanni De Renzis su richiesta del sostituto procuratore Stefano Giovagnoni, sono la risultante dell'attivita' investigativa dei carabinieri durata dieci mesi.

Le indagini sono maturate nell'ambito del decreto flussi con cui, ogni anno, il Governo decide il numero degli ingressi in Italia di cittadini stranieri. In particolare, un imprenditore italiano di Sant'Egidio alla Vibrata aveva segnalato ai militari di risultare, a sua insaputa, datore di lavori di 17 extracomunitari. Grazie alla ricostruzione degli inquirenti, sono state scoperte oltre 300 pratiche presentate allo Sportello Unico per l'immigrazione della questura di Teramo. 57 sono i casi accertati, 8 gli ignari imprenditori coinvolti loro malgrado nel giro (si stima che ogni pratica fruttasse anche settemila euro di guadagno), 27 invece gli stranieri che dall'estero hanno raggiunto l'Italia con questo stratagemma. Alle pratiche aperte si e' giunti ispezionando il contenuto dell'hard disk del computer di Aquilani, coinvolto in un'altra inchiesta relativa alla regolarizzazione di colf e bandati sempre condotta dai carabinieri santegidiesi, dentro cui erano state archiviate centinaia di pratiche di presentazione di domande per lo sportello unico.

Quando i due professionisti ricevevano la visita degli imprenditori loro clienti (che nel frattempo ricevevano la comunicazione dai centri per l'impiego e dalla questura delle assunzioni a loro carico di cittadini stranieri) per avere spiegazioni, venivano raggirati e falsamente rassicurati. La collaboratrice indagata, provvedeva in alcuni casi ad accompagnare in questura, secondo l'ipotesi accusatoria, gli stessi datori di lavoro per far apporre la firma delle assunzioni facendo credere loro si trattasse di pratiche di altra natura. In altri casi venivano apposte firme apocrife a nome e per conto degli stessi imprenditori. Le indagini comunque mirano anche a verificare se qualcuno di questi fosse o meno a conoscenza del raggiro.


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