In Abruzzo muoiono più aziende di quelle che nascono

23 Gennaio 2014   10:25  

Tra gennaio e dicembre dello scorso anno i Registri delle Camere di commercio hanno rilevato in Abruzzo la nascita di 9.599 imprese e la cessazione di 10.768, con un saldo di fine anno pari a -345 (al netto delle cancellazioni d’ufficio) che portano a 149.334 il totale dello stock di imprese esistenti al 31 dicembre 2013.

E’ quanto documentato dal CRESA, che analizza i dati Infocamere, il Sistema informativo delle Camere di Commercio.

“La situazione di crisi risulta quindi evidentissima dato che dal 2006 questo è il primo anno che fa registrare un saldo e un tasso di crescita negativo, evidenziando come l’economia regionale si trovi ancora in una fase di contrazione” afferma il presidente del CRESA Lorenzo Santilli.

Riguardo al territorio, come nel 2012 la provincia di Pescara ha manifestato la maggiore vivacità con un incremento del tessuto imprenditoriale di 402 unità e un conseguente tasso di crescita pari a 1,13, che la pongono al 6° posto nella graduatoria tra le province italiane.

Anche a Teramo sono risultati positivi, ma solo lievemente, il saldo (+38) e il tasso di crescita (+0,11).

Le province di L’Aquila e Chieti fanno rilevare valori negativi sia del saldo (rispettivamente -104 e -681) sia del tasso di crescita (-0,33 e -1,44), sensibilmente peggiori rispetto al 2012, e che pongono Chieti agli ultimi posti della suddetta graduatoria.

Considerando i settori si evidenzia il calo ormai consueto delle imprese del settore agricolo con il peggior saldo negativo (-1.310) tra tutti i settori.

Nell’ambito del secondario diminuiscono le imprese manifatturiere (-148 pari a una variazione percentuale del -1,0%) e soprattutto quelle delle costruzioni (-530 pari al -2,4%) mentre aumentano quelle della fornitura di energia elettrica, gas e vapore (+13 corrispondente al +4,2%).

Nel settore dei servizi si riscontra, in particolare, il lieve aumento delle imprese del commercio (+188 pari al +0,5%), delle imprese di alloggio e ristorazione (+281 pari al +2,7%), delle attività immobiliari (+147 pari al +5,4%) e quelle del noleggio e agenzie di viaggi (+100 pari al +2,8%).

Per l’artigianato il 2013 è stato un anno molto difficile con 987 imprese in meno, derivanti dal fatto che le 2.054 nuove iscrizioni non sono riuscite a compensare le 3.041 cancellazioni con un tasso di crescita molto negativo (-2,81).

Le imprese registrate sono di conseguenza diminuite arrivando a 34.080 unità.

“E’ un risultato molto preoccupante, peggiore degli ultimi 7 anni e tra i peggiori a livello di regioni italiane” sottolinea il direttore del CRESA Francesco Prosperococco.

Tutte le province hanno fatto rilevare valori negativi dei saldi e dei tassi di crescita, con situazioni particolarmente difficili molto diffuse considerando che a Chieti, Teramo e L’Aquila sono state perse rispettivamente 324, 294 e 251 imprese artigiane.

I tassi di crescita, quindi, risultano molto negativi (Chieti: -3,24, Teramo: -3,22 e L’Aquila: -3,17), in peggioramento rispetto al 2012 e collocano tali province nelle ultime posizioni della relativa graduatoria nazionale.

La provincia di Pescara mostra una situazione meno grave ma comunque negativa considerando che ha registrato la perdita di 118 imprese artigiane e un tasso di crescita di -1,46.

Riguardo ai singoli settori si evidenziano le forti difficoltà delle costruzioni che ha perso 622 imprese registrate pari a un calo percentuale del 4,7% e delle attività manifatturiere caratterizzate da un saldo negativo consistente (-225) e da una diminuzione del 2,8%. Andamenti negativi vengono rilevati anche nel commercio (-66 imprese pari a -2,7%) e nel trasporto e magazzinaggio (-77 imprese pari a -4,0%).

 

 

 


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