Spese d'oro per viaggi e cene, perfino l'acquisto di una laurea per D'Ambrosio, ma anche incarichi e consulenze dispensati a piene mani ad amici e alleati politici, per servigi che poteva tranquillamente garantire il personale interno. In particolare per quattro dei 15 indagati, si é pensato di emettere un provvedimento, alterando la data, che prolungasse dal 2005 al 2009 il loro contratto, pur non avendo i requisiti. Un dirigente dell'Ato avrebbe affidato incarichi di collaborazione senza selezione per prestazioni professionali ordinarie - precisa il Pm Valentina D'Agostino - eseguibili da personale interno aggravando il bilancio dell'Ente. Ed ancora una consulenza d'oro di oltre 60 mila euro, violando i principi di trasparenza e mettendo a dura prova la tenuta economica dell'Ato. Ci sono anche consulenze per assessori del Comune dal quale D'Ambrosio proviene, Pianella ed episodi di ordinario falso in atti d'ufficio con abitudinaria modifica delle delibere emesse dal Consiglio d'Amministrazione. Dalle indagini condotte dalla Digos guidata da Leila Di Giulio sono emerse anche numerose assenze dal posto di lavoro non giustificate da parte di diversi dirigenti, mentre tra le parti lese anche la Provincia di Ferrara, capofila di un progetto per la realizzazione di un sistema di fitodepurazione, il cui finanziamento, circa 170 mila euro, viene elargito all'Ato che si affida alla consulenza della società Metron di Ercole Cauti, uno degli indagati. Una consulenza da 25 mila euro che, secondo l'accusa, é stata gonfiata fino alla ragguardevole cifra di 113 mila euro.