Inchiesta Ecoemme, Cordoma e Sospiri si dicono estranei

22 Gennaio 2011   10:58  

Sono nove in totale le persone indagate nell'inchiesta che ruota attorno alla Ecoemme, il secondo filone di Rifiutopoli, che travolse importanti pezzi della giunta regionale e del centrodestra abruzzese.

Stavolta nei guai sembrano esserci finiti - insieme a Ettore Ferdinando Di Zio, ex amministratore delegato dell’Ecoemme e al nipote Ettore Paolo di Zio anche lui nel cda della Ecoemme fino a qualche tempo fa, ad Antonio De Vico, sindaco di Farindola e presidente della comunità Montana Vestina, a Paolo Cuculelli, responsabile dell'area tecnica della comunità Montana Vestina, Fabio Savini, Massimo Sfamurri, presidente della Ambiente Spa e Giordano De Luca, amministratore della Ecologica Srl - il sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma e Lorenzo Sospiri, suo riferimento politico all'interno del Pdl.

Secondo la tesi accusatoria i due avrebbero ricevuto 10 mila euro dalla società Deco di Di Zio come finanziamento per le elezioni regionali del dicembre 2008 ma che, secondo gli inquirenti "sono da porre in diretta relazione con la necessità di comprare i favori del sindaco di Montesilvano Cordoma". Anche se i fatti contestati sono molti di più ed ancora per molti versi sconosciuti.
Il sindaco di Montesilvano, che a differenza di Sospiri è già stato ascoltato dalla Procura, secondo l'accusa sarebbe responsabile di aver prorogato l’affidamento del servizio alla Ecoemme nonostante la concessione fosse scaduta il 31 dicembre 2006.

Ma Cordoma si dice tranquillo: "sono estraneo alle accuse che mi sono state rivolte nell’ambito della Ecoemme - ha detto ieri ai cronisti - non ho mai inteso favorire qualcuno, ma ho operato sempre nel rispetto della legalità. Ho chiarito nei mesi scorsi, durante la mia deposizione dai giudici, la mia posizione e sono certo che l’operato della Magistratura definirà, in tempi stretti, che sono sempre stato dalla parte dei cittadini, per i quali lavoro incessantemente. Personalmente non ho mai intascato un centesimo dai Di Zio e né mai da alcuno. Sugli atti dell’inchiesta infatti non compare affatto ciò di cui mi si accusa. Sulla campagna elettorale posso dire serenamente che, ogni mese, sto ancora pagando di tasca mia un prestito bancario. Continuerò a dormire sonni tranquilli, restando a disposizione delle autorità giudiziarie".

Serenità ostenta anche il capogruppo Pdl al Comune di Pescara e consigliere regionale: "nell'ottobre del 2008 la Deco S.p.a. ha effettuato un bonifico bancario sul conto corrente del Coordinamento Provinciale di Alleanza Nazionale di Euro 10.000,00 a titolo di 'erogazione liberale' - spiega Sospiri - nella mera qualità di coordinatore provinciale del partito ho, all'epoca, regolarmente quietanzato tale contributo".
E aggiunge: "non c'è alcun presupposto per definire tale lecita operazione una 'tangente', in quanto la dazione non è stata preceduta, né seguita da alcuna condotta del sottoscritto finalizzata ad agevolare il soggetto elargitore. Sono assolutamente certo che tale verità emergerà con chiarezza nell'ambito del processo, del quale attendo gli esiti con assoluta serenità".

Ma i guai giudiziari per la coppia Cordoma-Sospiri non finiscono qui.
Nei mesi scorsi il pm ha chiesto per loro, insieme ad altri esponenti dell'amministrazione di Montesilvano, il processo nell'ambito dell'inchiesta sui concorsi pilotati. 


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