Inchiesta Il Vate, Ricostruito i "Contratto d'Amore" LE INTERCETTAZIONI

05 Marzo 2015   10:35  

Si sono chiuse con la richiesta di rinvio a giudizio per l'ex assessore regionale Luigi De Fanis e la sua ex segretaria Lucia Zingariello le indagini preliminari della Procura di Pescara sulle presunte tangenti nella cultura.

Dagli atti dell'inchiesta sembrerebbero emersi elementi che avrebbero permesso agli inquirenti di ricostruire il presunto "contratto d'amore" tra i due. Gli accertamenti compiuti a tal riguardo dalla Forestale sarebbero stati effettuati sui conti bancari di De Fanis e su alcuni assegni, controlli da cui a quanto risulta sarebbero emerse tra le altre cose - si legge sempre sugli atti - "ingenti spese sostenute, 2.000 euro versate alla Zingariello dal maggio 2013 con cadenza mensile, difficoltà finanziarie con un saldo di meno di 37.000 euro".

Secondo gli investigatori, le difficoltà finanziarie dell'ex assessore sarebbero coincise dal punto di vista temporale con le richieste di denaro ad alcuni imprenditori. Particolare attenzione sarebbe stata riservata dagli inquirenti ad un conto in particolare, quello della figlia di De Fanis, che sarebbe stato adoperato al fine di "parcheggiare" le presunte tangenti, e di cui l'ex assessore sarebbe stato il solo autentico utilizzatore.

A sostegno di tale ipotesi, comunque ancora tutta da provare, vi sarebbe un assegno di 2.000 euro sequestrato alla Zingariello, che secondo gli inquirenti corripsonderebbe ad una retribuzione del "contratto d'amore" tra lei e De Fanis.

La presunta esistenza di tale "contratto d'amore" emergerebbe inoltre da una serie di intercettazioni. In una, riguardante una conversazione intercorsa tra i due indagati il 21 ottobre 2013, De Fanis domanderebbe esplicitamente alla Zingariello "Ma possiamo fare un contratto io e te?", sentendosi rispondere "Ne parliamo domani?".

Lo stesso giorno, in un'altra conversazione telefonica intercettata, la Zingariello avrebbe parlato con un amico, al qualeavrebbe confidato la proposta di De Fanis. "Tu non ci credi, ha detto che devo fare un contratto con lui, un contratto scritto dove mi dà 3mila euro al mese... Di quel tipo altrimenti mi ha detto che impazzisce", le parole della segretaria all'amico, che le avrebbe consigliato di insistere.

Secondo i carteggi dell'accusa il contratto sarebbe poi stato stipulato il successivo 24 ottobre 2013, dopo una nuova telefonata di De Fanis alla segretaria, ma "poi però non si è fidato e quindi me l'ha strappato", avrebbe poi confidato la Zingariello all'amico manifestando inoltre l'intenzione di andarselo a riprendere nella spazzatura.

Successivamente messo dalla stessa a conoscenaza del recupero del presunto contratto, l'ex assessore avrebbe chiamato la segretaria sentendosi minacciato, mentre il successivo 31 ottobre 2013 avebbero parlato al telefono di un assegno di 2.000 euro, dpodiché la Zingariello avrebbe detto "Gli assegni che hai fatto al contratto, legati al contratto che mi hai fatto...".

Alla risposta di De Fanis "Il contratto sta nei rifiuti", la Zingariello avrebbe poi ribattuto "Nei rifiuti? Lo dici tu che sta nei rifiuti, povero a te". Infine, ancor più esplicita, la donna avrebbe affermato "Con un annesso regalo e con strappati assegni e fatti per questa motivazione e un assessore regionale non credo che ci faccia una bella figura".


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