Inchiesta macerie: i fratelli Celi rispondono alle accuse

05 Marzo 2012   11:58  

Proseguono le indagini che vedono protagonisti i fratelli Celi nell'ambito dell'inchiesta riguardante lo smaltimento delle macerie del terremoto, lo smaltimento dei rifiuti, un'eventuale corruzione politica e l'utillizzo di falso cemento armato in alcune ville sequestrate a Carsoli.

Ora i due imputati hanno cominciato a rispondere alle accuse tramite i propri legali.

Nell'ambito delle indagini sulle macerie gli avvocati Milo e Paris dichiarano: “la ditta Celi nel 2009 ha vinto una gara per il carico, trasporto e recupero di 10mila tonnellate di macerie con il Comune dell’Aquila. Il servizio è stato svolto nei modi e nei tempi previsti ed è stato monitorato prima, durante e dopo dal Rup preposto (Responsabile unico del procedimento, ndr) e dalle visite ispettive di Noe, Arta, Ispra, oltre che da tre consulenti esterni della ditta che hanno verificato il regolare svolgimento del servizio nel rispetto di tutte le norme”.

Nell'ambito delle indagini riguardanti i traffici di rifiuti illeciti, con i conseguenti ipotetici guadagni extra e sulle violazioni ambientali:L’asserito rifiuto illecito di cui si parla si identifica nel terreno vegetale proveniente da scavi e conferito nell’area di estrazione per essere stoccato e successivamente spalmato sull’area, una volta terminata l’estrazione, così come previsto in progetto. Tale conferimento è avvenuto a titolo gratuito. (Per quanto riguarda i guadagni illecitti) Dalle misurazioni fatte da tecnici incaricati dalla ditta Celi non risultano eccedenze di materiale estratto rispetto a quello autorizzato. Comunque non si tratta di estrazione abusiva ma su terreni autorizzati per l’escavazione e il ripristino, e nel caso venisse accertato un esubero rispetto alle quantità contrattuali, possono essere irrogate solo sanzioni amministrative e non penali”.

Riguardo gli accordi con i politici:Sergio Celi è stato unicamente invitato alla cena di cui alle contestazioni, senza nessun esborso di somme; l’assunzione del Morgante è frutto di una mera scelta aziendale in virtù della comprovata esperienza del predetto Morgante, senza alcun collegamento con la richiesta del sindaco, assunzione peraltro avvenuta un anno dopo”.

Sul falso cemento armato nelle ville di Carsoli:Nel caso specifico i cubetti del calcestruzzo erano stati confezionati durante le fasi delle varie gettate e custoditi nel cantiere. All’atto del collaudo, dopo tre anni, il proprietario non trovava più gli stessi e si rivolgeva alla ditta Celi per sopperire a tale grave inconveniente. Un dipendente, di propria iniziativa, li reperiva, senza essere sicuro della tipologia del calcestruzzo e della relativa resistenza e provenienza. Al risultato non soddisfacente di 3 cubetti su 18, la Celi, consapevole della leggerezza del proprio dipendente, vedi intercettazioni, provvedeva a farne realizzare altri 20, i cui risultati questa volta risulteranno perfettamente idonei. La Celi, dunque, sopperisce ad una mancanza del costruttore, il quale evidentemente aveva smarrito quelli originali, che invece erano pienamente corrispondenti al calcestruzzo effettivamente fornito. Su tale aspetto, si chiede sin d’ora che la Procura competente faccia eseguire ogni e più ampio accertamento statico e strutturale sulle villette in Carsoli, al fine di accertare oltre ogni ragionevole dubbio la correttezza e la liceità della condotta dei fratelli Celi


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