Indagine Istat 2008: la grande insoddisfazione

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13 Novembre 2008   15:04  

L'italiano medio non si sente "soddisfatto" della propria condizione economica. Lo dicono i dati diffusi dall' Annuario Istat 2008 pubblicato ieri a Roma. Di questi tempi tuttavia, il termine "soddisfatto" può generare qualche perplessità agli occhi del pubblico data la grande crisi che sta investendo il sistema Paese, un' ondata di precarietà occupazionale ed economica che non sembra lasciare spazio a riflessioni sociologiche, quanto alla percezione concreta e dolorosa che l' Italia non stia facendo ancora abbastanza per sollevarsi da quello stato di bisogno atavico che oggi chiamiamo recessione, ma che sappiamo essere molto più antico della recente crisi dei corsi azionari.

"Soddisfare" significa "esaudire", "appagare", concetti attualmente non in grado di tradurre l' effettiva percezione della realtà lavorativa e sociale italiana. Quando non si trova lavoro per più di 3 o 6 mesi, quando risulta impossibile emanciparsi dal nido familiare per intraprendere il proprio viaggio esistenziale, quando non si può metter su casa nè tantomeno formare una nuova famiglia, forse dirsi "insoddisfatti" o "poco soddisfatti" della propria condizione economica può essere fuorviante agli occhi dei non addetti ai lavori, e poco significativo per quegli italiani che tra qualche mese o tra qualche giorno assisteranno al mancato rinnovo del proprio contratto, causa "rallentamento della produzione per abbassamento dei consumi". Secondo l' indagine Istat il dato della "soddisfazione economica" sarebbe costantemente in calo: nel 2001 i "soddisfatti" rappresentavano ben il 64% della popolazione italiana, un dato che scende al 51% nel 2007, e al più drastico 43,7% del 2008.

 

 


MERIDIONE. IL GRANDE INSODDISFATTO
Si conferma anche nell' annuario di quest' anno lo storico vantaggio del Nord rispetto al resto del Paese in termini di ricchezza economica. Nel Settentrione infatti la percentuale di soddisfatti raggiunge il 51,8%, per ridursi al 43,1% del Centro, e quasi estinguersi nel Meridione dove si aggira intorno al 33,4%. Come sarà ormai chiaro, il livello più alto di "insoddisfazione" economica si registra al Sud dove ben il 64,2% della popolazione si dice per "niente" o "poco soddisfatta" della propria condizione materiale. Meno tragici ma affatto incoraggianti i dati del Centro(53,5%) e del Nord Italia(45,9%).

QUALE OCCUPAZIONE
Nel 2007 il tasso di disoccupazione scende dal 6,8% (2006) al 6,1%, mentre gli occupati aumentano di 234 mila unità, arrivando a ben 23.222.000 lavoratori, e ossia registrando un aumento dell' 1% rispetto all' anno precedente. Il tasso di occupazione è il rapporto tra gli occupati e la popolazione tra i 15 anni e i 64 anni. Contestualmente al notevole aumento dell'utilizzo di forme contrattuali a breve termine, e al corposo ingresso degli immigrati nel Belpaese, tale indice va considerato con attenzione. Come per i rilevamenti effettuati negli ultimi anni infatti, anche nel 2007 è la componente straniera a spiegare l' aumento dell' occupazione complessiva in Italia. I due terzi di tale incremento infatti risultano coperti dai lavoratori immigrati, aumentati nel 2007 di ben 154 mila unità. Secondo la rilevazione continua sulle forze di lavoro emerge inoltre, una riduzione di 10 punti percentuali relativamente al numero di persone in cerca di prima occupazione, che si attesterebbe a circa 1.506.000 individui, 167 mila in meno rispetto al 2006.


CERCARE LAVORO STANCA
Ma se il numero di occupati cresce, la quantità di persone che cercano lavoro diminuisce. E purtroppo, a dispetto di quanto potrebbe sembrare, non è una buona notizia. Secondo l' annuario Istat lo scorso anno il numero di persone alla ricerca di un' occupazione è diminuito del 10%, e ossia di 167 mila individui. Un calo che sembra riguardare soprattutto la componente femminile e il Sud del Paese. Un connubio sempre tragico quando si tratta di diritto al lavoro. Nel Meridione ad inviare il curriculum confidando in un' opportunità lavorativa sono state 101 mila persone in meno, registrando un calo pari all' 11,2% rispetto al 2006, meno rilevanti i dati relativi al Centro con una riduzione di 35 mila unità, e al Nord-est dove hanno abbandonato la ricerca di un lavoro circa 25 mila individui.
In aumento anche gli inattivi: nel 2007 il tasso di attività diminuisce dello 0,2% su base annua, attestandosi al 62,5%. Un calo che si evidenzia soprattutto nel Sud(-0,8%), si contiene nel Centro(-0,2%) per assumere connotazione positiva nel Settentrione. Si tratta di un dato che conferma lo storico divario tra Nord e Sud del Paese, in merito alla partecipazione ad un mercato del lavoro sempre più caotico e sconnesso rispetto alle esigenze delle famiglie e delle nuove generazioni italiane.


L' ITALIA: LA PIU' VECCHIA IN EUROPA
Un Paese che invecchia e non ricambia. Nonostante il leggero aumento della fecondità che rileva 1,37 figli per donna nel 2007 (1,35 nel 2006), a livello internazionale solo alcuni Paesi dell' Est presentano dati più bassi di quelli italiani. Ormai un italiano su cinque è ultrasessantacinquenne mentre i "grandi vecchi"(a partire dagli 80 anni) costituiscono circa il 5,3% della popolazione totale. Al primo gennaio 2008 l' indice di vecchiaia, dato dal rapporto tra popolazione con più di 65 anni e quella con meno di 15, registra un ulteriore aumento, raggiungendo un valore pari a 142,6%. Se si considerano i dati internazionali (fermi al 2006) l' Italia, con un indice pari a 139,9%, risulta essere il Paese europeo maggiormente "invecchiato".


AUMENTANO I MATRIMONI LAICI
Nel 2007 hanno detto "SI'" 250.041 coppie a fronte delle 245.992 del 2006. Nonostante il rito religioso rimanga ancora la formula più diffusa (65%), secondo i dati Istat i matrimoni celebrati con rito civile sarebbero in costante aumento specie nelle zone del Centro e del Nord del Paese. Nelle Meridione invece, a prevalere è ancora la tradizione con una percentuale di matrimoni celebrati in chiesa del 79,2% (contro il 53,5% del Settentrione e il 59,3% del Centro).


ITALIANI VOLONTARI E SOLIDALI
Nel 2008 l'adesione dei cittadini alle iniziative sociali e alle attività di volontariato risulta stabile rispetto al 2007: il 9% delle persone di 14 anni e piu' partecipa alle attivita' gratuite di volontariato, l' 8,8% alle riunioni delle associazioni culturali, mentre il 15,8% si limita a donare soldi a gruppi impegnati in attività solidali nei confronti del prossimo. Più impegnato il Nord, dove il volontariato coinvolge quasi il 12% degli italiani di 14 anni e oltre.

CASA DOLCE CASA
Ben il 73,7% delle famiglie, nel 2007, e' risultata proprietaria dell'abitazione in cui vive, mentre quelle che hanno pagato un canone d'affitto rappresentano il 17,2% del totale. Tra le ultime la maggior parte vive in abitazioni appartenenti ad un privato (70,8%, nel 2006 erano il 70,6%), mentre le famiglie che vivono in case possedute da enti pubblici sono il 22,3% contro il 20,5% del 2006. Il contratto a equo canone continua a decrescere, i nuclei familiari che hanno stipulato questo tipo di contratto passano infatti dal 23,8% del 2006 al 21,8% del 2007. Diminuiscono infine anche anche i contratti patti in deroga, che passano dal 24,3% del 2006 al 23,5%.


UN POPOLO AL VOLANTE
Nonostante il clima di recessione la maggior parte degli italiani continua a non utilizzare i servizi di trasporto pubblico: nel 2008, infatti, poco meno di un quarto della popolazione di 14 anni e oltre usa i mezzi pubblici urbani, il 16,8% quelli extra-urbani mentre il 29,4% ha preso almeno una volta il treno. La puntualita' dei treni si conferma ancora come l'aspetto che rende più insoddisfatti gli utenti, appena il 42,6%, in diminuzione rispetto al 2007 (44,2%). Nel 2007 la maggior parte del trasporto ha continuato a realizzarsi tramite il traffico su strada: oltre 40 i milioni di autoveicoli circolanti, e fra questi piu' di 35 milioni le autovetture.


GLI ITALIANI E LA CULTURA
Sono oltre 34 milioni e 439 mila le persone che hanno visitato, nel 2007, i 400 luoghi di antichita' e arte (di cui 197 musei e gallerie e 203 monumenti e aree archeologiche) presenti nel nostro Paese, con una leggera contrazione (-0,1%) rispetto all'anno precedente.
Nel 2008 il 65,2% della popolazione di sei anni e oltre ha fruito di almeno uno spettacolo o intrattenimento fuori casa. Il cinema si conferma in cima alle preferenze: una persona su due (di piu' di sei anni) e' andata almeno una volta a vedere un film in sala. Nella graduatoria seguono le visite a musei e mostre (28,5%), gli spettacoli sportivi (26,8%), la frequentazione di discoteche e balere (22,7%), le visite a siti archeologici e monumenti (21,4%), il teatro (20,7%), gli altri concerti di musica (19,9%) e, all'ultimo posto, i concerti di musica classica che interessano appena il 9,9% della popolazione.


POCHE LE LETTURE, MOLTE LE CONNESSIONI AL WEB
Meno diffusa e' l'abitudine alla lettura di giornali e libri: legge un quotidiano almeno una volta a settimana il 56,6% delle persone di 6 anni e piu' (erano il 58,8% l'anno precedente) mentre il 44,0% dedica parte del proprio tempo libero alla lettura di libri.
Sempre nel 2008, il 44,9% della popolazione di 3 anni e oltre dichiara di utilizzare il personal computer e il 40,2% si collega ad Internet. L'uso del pc coinvolge soprattutto i giovani toccando il livello massimo nella fascia di eta' tra i 15 e i 19 anni (oltre l'80%), per poi diminuire progressivamente con il crescere dell'età: nella fascia 65-74 anni la percentuale scende al 9,1%, raggiungendo l' 1,9% per i 75 anni e oltre. A livello territoriale, permane uno squilibrio nell'uso del pc (Nord e Centro rispettivamente 49,5% e 46,9%, Mezzogiorno 37,7%) e di Internet (Nord e Centro rispettivamente 45,0% e 42,9%, Mezzogiorno 32,6%).


SCOLARIZZAZIONE IN CRESCITA
Sono stati quasi nove milioni (per l'esattezza 8.938.005) gli studenti iscritti all'anno scolastico 2006/2007, 28.898 in piu' rispetto a quello precedente, a conferma del trend positivo avviato nel biennio 2000/2001. Il tasso di scolarita' si attesta ormai da qualche anno intorno al cento per cento per la scuole dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado, mentre e' in continuo aumento quello della secondaria di secondo grado, passato dall' 89,8% del 2001/2002 al 92,5% del 2006/2007.

SEMPRE DI PIU' GLI STUDENTI FUORI SEDE
I giovani iscritti per la prima volta all'universita' nell'anno accademico 2006/2007 sono stati poco piu' di 308.000, circa 16.000 in meno rispetto all'anno precedente (-5,0%), confermando una fase di flessione delle immatricolazioni rilevata a partire dal 2004/2005; in controtendenza le immatricolazioni ai corsi triennali dei gruppi chimico-farmaceutico (+5,2%) e ingegneria (+4,7%). Nel complesso la popolazione universitaria e' composta da 1.809.186 studenti, con una mobilita' territoriale piuttosto elevata: uno studente su cinque studia in una regione diversa da quella di residenza. La partecipazione agli studi universitari risulta particolarmente elevata in Molise, Abruzzo, Basilicata e Lazio, regioni in cui per 100 residenti di 19-25 anni, piu' di uno su due e' iscritto a un corso accademico, spesso fuori sede.

LA CRIMINALITA’ AUMENTA
I procedimenti pendenti presso i tribunali ordinari nel 2006 sono stati 3.129.994 (3.178.367 nel 2005), 18.795 quelli pendenti presso i tribunali per i minorenni (contro i 18.380 dell'anno precedente). Sempre nel 2006 i delitti denunciati dalle forze di polizia all'autorita' giudiziaria erano 2.771.490, con un aumento del 7,5% rispetto al 2005. Tra le tipologie di delitti gli omicidi volontari erano cresciuti del 3,3% rispetto al 2005, le rapine del 9,4%, i furti del 5,4%, le truffe e le frodi informatiche del 20,5% e le violenze sessuali del 12,3%.

 

BASTA LA SALUTE
La salute degli italiani , in generale e' buona. Nel 2007 il 73,3% della popolazione residente in Italia ha valutato buono il proprio stato di salute, con differenze di genere a svantaggio delle donne (70,2% contro 76,6% degli uomini). La presenza di patologie croniche costituisce un importante indicatore per comprendere lo stato di salute della popolazione. Il 39,2% dei residenti in Italia ha dichiarato di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche, quelle maggiormente riferite sono l'artrosi/artrite (17,9%), l'ipertensione (15,8%), le malattie allergiche (10,6%) e l'osteoporosi (7,3%).


INCOLLATI AL VIDEO
Tra i rilevamenti realizzati dall' Istat nell' ambito delle "attività culturali e sociali varie", spicca incontrastato il dato relativo al consumo di televisione: un' abitudine profondamente consolidata per il 94,3% della popolazione dai tre anni in su. Una percentuale che non stupisce se si considera la propensione italiana al sogno e all'intrattenimento casalingo, al comfort eterico del mezzo più conservatore del Paese . Qualche volta però si cambia canale, nella speranza forse di trovare riparo dal caos del mondo esterno, e da un' Italia che chiede urgentemente di essere riformata, ma che si continua a "rappresentare" invece di conoscere.

 

 





Giovanna Di Carlo



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