Il giovane romano accusato di induzione al suicidio comparirà in tribunale il 21 marzo. Le indagini proseguono, tra dubbi e rivelazioni legate ai dispositivi elettronici.
Il caso della morte dello studente universitario Andrea Prospero continua a far discutere, con nuovi sviluppi che coinvolgono un diciottenne romano agli arresti domiciliari per induzione o aiuto al suicidio. Il giovane, accusato di aver avuto un ruolo nel tragico destino del ragazzo di Lanciano, è al centro di un’indagine che sta mettendo in luce dettagli importanti.
Secondo quanto riportato dal suo avvocato, Alessandro Ricci, il giovane è molto provato dalla situazione che lo sta travolgendo e da ciò che sta accadendo attorno a lui. La prossima tappa del procedimento legale è fissata per venerdì 21 marzo, quando il diciottenne dovrà comparire davanti al GIP di Perugia per un interrogatorio di garanzia. Non è ancora chiaro se deciderà di rispondere alle domande o se avrà intenzione di avvalersi della facoltà di non rispondere, un diritto che spetta a ogni imputato.
Nel frattempo, le indagini condotte dalla polizia proseguono senza sosta, con l’obiettivo di fare piena luce sulla vicenda e, in particolare, di esaminare i contenuti di sim e telefoni legati a Prospero. Gli investigatori sperano che questi dispositivi possano fornire ulteriori dettagli utili per comprendere le dinamiche che hanno portato al drammatico evento.