Infanticidio-suicidio di Pescara, sotto choc le maestre di Neyda: "Non ci aspettavamo la tragedia"

"Una fitta al cuore che non sarà facile dimenticare"

29 Aprile 2014   09:45  

Ha lasciato attonite molte persone, compresi gli abitanti del piccolo centro di Cepagatti, la morte della piccola Neyda, di soli 5 anni, morta insieme al padre nel rogo dell'auto di quest'ultimo in zona Rancitelli a Pescara.

Un dramma inatteso, che ha duramente provato un'intera comunità, gettando nello sgomento più profondo il personale docente della scuola dell'infanzia del paese, frequentata anche da Neyda, vittima suo malgrado della follia del padre, tranne per un breve periodo dello scorso anno scolastico, quando la bambina era stata trasferita in un'altra scuola a seguito della denuncia della madre (rimasta gravemente ustionata nel rogo dell'auto) nei confronti del padre.

Tra le mura dell'istituto nessuno riesce ancora a capacitarsi della tragedia. "Conoscevamo bene Neyda e le sue tre sorelle adottive, di cui le ultime due a loro volta nostre alunne, rispettivamente di scuola primaria e secondaria" - ha detto la preside Anna Maria Piccinni - "ci sono sempre sembrate molto legate, ed erano anche molto socievoli. Non ci saremmo mai aspettati un simile avvenimento, anche perché la situazione era tenuta d'occhio dagli assistenti sociali e dalle forze dell'ordine. Il padre si recava qui solo il venerdì ed il sabato, per vedere la figlia e parlare con l'assistente sociale in colloqui riservati".

Una delle maestre, Daniela Di Massimo, ha ricordato come le insegnanti ed i compagni le fossero tutti molto legati: "La conoscevamo da quando era piccola, e non immaginavamo che le tensioni in casa si fossero acuite a tal punto. La bambina in classe non dava segni di nervosismo, stavamo persino organizzando una festa per lei. Si tratta di una fitta al cuore che non ci sarà facile dimenticare".


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