Infanticidio-suicidio di Pescara, vecchi rancori tra i genitori la causa di fondo

In passato la donna aveva denunciato l'uomo per maltrattamenti

28 Aprile 2014   09:31  

Ancora grande commozione ed amarezza, e del resto non potrebbe essere altrimenti, per l'orribile tragedia consumatasi ieri pomeriggio nel quartiere Rancitelli di Pescara, quando il 48enne Gianfranco Di Zio si è dato fuoco nell'abitacolo della propria auto insieme alla compagna Ena Pietrangelo, 44 anni, e la loro bambina Neyda di appena 5 anni.

Un infanticidio-suicidio perpetrato dall'uomo, duramente provato a causa della fine della relazione con la compagna, al punto da scegliere di togliersi la vita e toglierla alla bambina. Unica superstite la madre, riuscita ad uscire dalla vettura ed ora ricoverata nel Centro grandi ustionati del Sant'Eugenio di Roma con ustioni su mani, gambe e volto.

Il dramma si è consumato sotto gli occhi di una coppia che passava intorno alle 18 in via Lago di Chiusi, ed alla vista del fumo che fuoriusciva dalla Peugeot 206 e soprattutto della donna che era uscita dall'auto avvolta dalle fiamme, ha subito avvertito polizia e vigili del fuoco.

Un dramma alla base del quale, secondo i primissimi azzardi di ipotesi, vi potrebbero essere vecchi rancori in seno alla coppia. Gianfranco ed Ena si erano messi insieme nel 2008, entrambi reduci da precedenti relazioni da cui avevano già avuto figli (un maschio per lui, tre femmine per lei), andando a vivere insieme a Cepagatti, e l'anno successivo, nel 2008, era venuta alla luce Neyda.

Da lì i primi dissapori: in base a quanto risulta, infatti, l'uomo non gradiva che la piccola vivesse con le tre sorellastre, e di conseguenza il rapporto con la compagna divenne caratterizzato da liti continue, che nel 2013 sfociarono in una denuncia presentata dalla donna per maltrattamenti nei confronti di Di Zio, in seguito alla quale l'uomo fu condannato a un anno e tre mesi con disposizione del tribunale dei minori dell'Aquila secondo cui egli avrebbe potuto vedere la figlia solo all'asilo di Cepagatti e un'ora a settimana, alla presenza degli operatori sociali del Comune.


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