Inizia il Periodo di Fermo Biologico: Scarsità di Pesce Fresco e Aumento dei Costi

18 Agosto 2023   07:03  

Un'ombra si abbatte sul settore ittico dell'Abruzzo mentre prende il via il periodo di fermo biologico. Dal 19 agosto al 24 settembre, le imbarcazioni più grandi dovranno rimanere in porto, segnando la fine dell'attività di pesca per gran parte dei pescatori locali. Questa restrizione stagionale colpisce il comparto marittimo da San Benedetto a Termoli, comprensivo dell'Abruzzo e del Molise. Le ripercussioni sull'offerta di pesce fresco saranno inevitabili, con l'approvvigionamento di taglie più grandi proveniente da mercati esterni, ma con un conseguente aumento dei prezzi.

La sospensione dell'attività di pesca entrerà in vigore il 19 agosto e durerà fino al 24 settembre, sovrapponendosi per circa la metà del periodo con un analogo fermo nell'Alto e Basso Adriatico, dove l'attività è già cessata dal 29 luglio e rimarrà interrotta fino al 9 settembre.

Il fermo biologico, una pratica che si ripete da tre decenni, è stata introdotta dall'Unione Europea per salvaguardare il patrimonio ittico dei mari. La pausa nell'attività di pesca consente alle specie marine più pescate di completare il loro ciclo riproduttivo senza interferenze, contribuendo così alla preservazione della fauna marina nelle zone più sfruttate dai pescherecci.

In Abruzzo, il fermo pesca comporterà che circa un centinaio di barche rimarranno ancorate nei principali porti di Giulianova, Pescara, Ortona, Vasto e a Termoli nel Molise. Più di mille lavoratori saranno coinvolti. Le imbarcazioni coinvolte sono quelle che utilizzano attrezzi trainati come reti a strascico a divergenti (OTB), reti gemelle a divergenti (OTT) e sfogliare-rapidi (TBB). Tuttavia, le piccole imbarcazioni da pesca e quelle dedicate alla cattura dei molluschi, come vongole e lampare, possono continuare a operare in mare. Durante questo periodo, nei piatti verrà garantito principalmente il pesce di piccola taglia, adatto per frittura e zuppe. Per il resto, il mercato abruzzese dovrà fare affidamento su fornitori del Lazio e della Croazia (dove non è in vigore il fermo), ma con un aumento medio dei prezzi di circa il 20%.

Gli armatori riceveranno contributi, anche se spesso questi arriveranno dopo mesi o addirittura anni. Nel frattempo, i ristoratori si troveranno a dover acquistare pesce ittico fresco proveniente dal Tirreno, dove il fermo inizia ad ottobre, o da regioni come il Lazio dove il periodo di fermo è già terminato a giugno. Ciò comporterà inevitabilmente costi di trasporto maggiori e un rincaro dei prezzi nei menu. Va sottolineato che alcuni prodotti, in particolare quelli meno disponibili in questo periodo, hanno già subito un incremento di prezzo.

Coldiretti Impresapesca, l'associazione degli allevatori ittici, consiglia ai consumatori di fare attenzione ai prezzi e di verificare l'etichetta sul bancone, la quale, per legge, deve indicare l'area di pesca (Gsa). Le provenienze vanno dalla Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle Gsa attigue 7 (Golfo del Leone), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Per i ristoranti, rimane fondamentale indicare l'origine del pesce nella "carta del pesce", assicurando la trasparenza delle informazioni ai consumatori.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore