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"La città invisibile" è il titolo del primo lungometraggio a firma del giovane regista Giuseppe Tandoi.
Il film racconta due storie d'amore che nascono dalla sofferenza e dal disagio della vita in tendopoli dopo il sisma del 6 aprile 2009 a L'Aquila. "E' una storia", racconta il regista, "volutamente leggera, perché non si debba guardare ad una tragedia cogliendone sempre e solo l'aspetto drammatico. Dal dramma nascono anche cose belle."
Una storia per tutti, soprattutto per i più giovani.
Tanti apprezzamenti al film ma anche molte critiche. I detrattori sostengono che sia una storia sin troppo leggera che non tiene in conto la realtà della tragedia del sisma e rischia quindi di "usarla" senza darle giustizia.
Noi abbiamo incontrato il regista Giuseppe Tandoi, originario della Puglia, che da anni vive a L'Aquila dove ha studiato all'Accademia dell'Immagine, e che dopo il sisma ha deciso di rimanere qui.
Ai nostri microfoni ha rilasciato una lunga intervista e per sua gentile concessione abbiamo potuto usare immagini tratte dal suo film "La città invisibile".
Intervista di Barbara Bologna
Immagini e montaggio Alessandro Di Giacomantonio