Intimidisce e molesta donna per ritardo nei pagamenti, dipendente di finanziaria condannato a 5 mesi

La donna doveva versare due mensilità arretrate

18 Marzo 2014   11:19  

C'è un limite all'esercizio di ogni diritto, compreso quello di rientrare in possesso di un credito, ed appare dunque più che opportuno che la giustizia intervenga al fine di farlo rispettare.

E' costato caro, a tal proposito, l'esercizio arbitrario delle proprie ragioni, unito ad intimidazioni nei confronti di una cliente e violazione delle norme di privacy, a Fortunato Padalino, 65enne di San Benedetto del Tronto dipendente di una società finanziaria condannato presso il Tribunale di Teramo ad una pena di 5 mesi di reclusione (3 per esercizio arbitrario e 2 per violazione della privacy) e al pagamento di un'ammenda di 300 euro.

L'uomo era finito a processo con l'accusa di aver fatto ricorso ad autentiche molestie ed intimidazioni ai danni di una donna di Teramo, sia via telefono che dal vivo, al fine di "sollecitarla" a versare le due rate di 280 euro l'una che la finanziaria presso cui Padalino era impiegato vantava nei suoi riguardi.

A quanto emerso dal dibattimento processuale, l'impiegato avrebbe minacciato la cliente del pignoramento dell'autovettura, esercitando quindi arbitrariamente le proprie ragioni pur potendo ricorrere alla giustizia ordinaria, oltre a volare le norme sulla privacy telefonando al cellulare della donna, che nella denuncia ha affermato di come Padalino l'avrebbe inoltre minacciata di rivelare il mancato pagamento delle due rate alla titolare dell'attività commerciale presso cui ella era impiegata.

Padalino pare abbia già dimostrato la volontà di ricorrere in appello.


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