Introdacqua: la bellezza dei fiumi, l'ombra dei boschi

27 Febbraio 2012   11:39  

Introdacqua è un paese ricco nel nome che deriva da inter aquas "dentro le acque" perché collocata in un'area ricca di corsi d'acqua. Un luogo forte solido, che ha resistito indenne a diversi e ripetuti eventi sismici.

Tutt'intorno, i boschi degli antichi Peligni sono ricchi d'acqua, di ombra e di frescura.

La storia di Introdacqua inizia a prender forma intorno al IX sec., quando valutata la grande disponibilità di acque utili per l'agricoltura, grazie alla presenza di numerose fonti in montagna e ruscelli che scorrono nelle colline poste tra le valli di S. Antonio e di Contra, i monaci dell'abbazia di S. Clemente a Casàuria, mandano i coloni in questo luogo per coltivarvi le terre di loro proprietà. Da lì la nascita di una prima comunità organizzata che dipende dall'abbazia e sarà poi feudo di diverse nobili famiglie, tra le quali sono da ricordare i D'Aquino e i Trasmondi. Nel XIII sec. sorge il castello con funzioni difensive, trovandosi Introdacqua coinvolta nelle lotte interne sulmonesi.

Oggi “il castello” è di fatto solo un nome che corrisponde realmente nella parte alta del borgo, la torre medievale (XIII sec.) che qui chiamano "il castello". Si tratta in realtà di un dongione, una tipologia difensiva poco diffusa, non adatta a contenere la dimora del feudatario.

Intorno a “lu castiélle” si sviluppa la parte antica dell'abitato, con i suoi scorci caratteristici, con le case che fanno da corona alla torre che è l'icona di Introdacqua, l'immagine che subito entra nella visuale percorrendo il viale d'accesso al borgo.

Gli fa da pari il campanile seicentesco, costruito in pietra locale, che ben simboleggia la solidità di Introdacqua.

Ad introdacqua l'importanza dell'acqua è simboleggiata da Fontana vecchia, che nel passato era l'unica fonte di approvvigionamento per gli abitanti. Una bellissima costruzione in pietra viva, con parapetto a cortina e vasca-abbeveratoio rettangolare per la raccolta dell'acqua. Sotto la cornice lo stemma in pietra del paese, con la data di costruzione, 1706, e la scritta in latino con i nomi dei massari dell'epoca. Furono proprio loro a volere la grande fontana.

Due i protettori del paese. s. Antonio e San Felicano, al primo è dedicata La chiesa di Sant'Antonio, posta in amena posizione a m.735 s.m. ,costruita nel 1518 in onore del santo invocato come protettore contro il cosiddetto fuoco di Sant'Antonio. San Feliciano è invece presente con le sue spoglie, conservate nella solennità della Chiesa Madre costruita intorno agli anni 1474-1510. A destra del portale sud c'è un affresco dedicato a S. Cristoforo. La sua attuale collocazione al di sotto del piano stradale è dovuta ad un'alluvione che ha colpito il paese.

La chiesa della Santissima Trinità, edificata sulle rovine della chiesa di S. Panfilio, che era stata sommersa dalla stessa alluvione che colpì la Chiesa Madre, fu ultimata nel 1706. La chiesa campestre di S. Giovanni Battista si può far risalire intorno al Mille e conserva alcuni affreschi originari.

Il palazzo marchesale, detto anche Trasmondi dal casato degli ultimi feudatari di Introdacqua, risale al 1400. E' collocato al centro del paese con la sua mole imponente, e custodisce segreti legati al potere feudale. Per la gente del posto è Còcciatuòste, dal soprannome di un membro della famiglia Susi, che nel 1855 qui fece nascondere lo scrittore e patriota Panfilo Serafini, fuggiasco da Sulmona.

Delle due porte dette della terra, in passato munite di pesanti battenti che venivano chiusi al sopraggiungere della notte o in caso di pericolo, la più interessante è quella rivolta a nord, posta a ridosso del palazzo marchesale.

Info: Comune: tel.0864.47116 Fax 0864.470038  www.comune.introdacqua.aq.it  www.introdacqua.info


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