''Investigation day'' su Cuba e Stati Uniti

25 Maggio 2007   10:42  
Era gremita, ieri, per tutta la giornata, la sala Bernardiniana dell´Università dell´Aquila, dove gli studenti del Corso di Scienze delle Investigazioni hanno mantenuto sempre alta l´attenzione su un tema poco conosciuto all´opinione pubblica ma allo stesso tempo affascinante, perchè si tratta dell´unica, vera, sleale, guerra per niente "fredda", che persiste fra Cuba e gli Stati Uniti, paesi divisi da appena 90 miglia e dai governi politici "bloccati" e diametralmente opposti: socialista il primo e liberale il secondo. Dopo i saluti di Francesco Sidoti, presidente del Corso di laurea e moderatore dell´incontro, i lavori sono stati aperti da Vittorio Di Cesare, docente di Scienze delle Investigazioni e direttore della rivista "Intelligence & storia", che ha dedicato l´ultimo numero al tema oggetto del concegno-lezione: "Cuba: mezzo secolo di guerre segrete". "O sei affetto la ´cubanite´ o da ´cubalibre´ - ha esordito Di Cesare - cioè, Cuba o la ami così com´è o la odi per quello che è e potrebbe, invece, essere. In ogni caso, il nostro lavoro monografico non è asettico ma di ricerca dei fatti storici di un conflitto fra i due stati prevalentemente di intelligence, dove l´unico episodio di scontro frontale è stata l´invasione americana alla Baia dei Porci. Cinquanta anni in cui sono stati usati anche i sistemi più biechi, che hanno puntato sull´avvelenamento dell´informazione, ovvero la disinformazione e sul tentativo si eliminare il ´Diavolo´, ovvero il capo: Fidel Castro". La Rivoluzione cubana è del gennaio 䚋, quando i rivoluzionari guidati da Castro entrano a L´Avana e liberano il paese dalla dittatura di Fulgencio Batista, servile agli Stati Uniti. "A partire dagli anni 60 - ha proseguito il docente - negli Usa si diffonde un anticomunismo sfrenato, paranoico, anche nella Cia, l´intelligence americana, sotto la presidenza di John Kennedy". Di Cesare ha invitato, quindi, tutti a leggere la rivista, decisamente un ottimo lavoro, prima di passare la parola a Carlo Alberto Tabacchi, membro dell´Osce, l´ossservatorio politico internazionale, che è stato durante il regime di Saddam Heussein, ispettore italiano del programma "Oil for food". "Dai conflitti intrastatli - ha detto Tabacchi - si è passati a quelli intrastatali e le guerre oggi si combattono non solo per il petrolio e l´acqua, di cui solo il 3& nel globo è potabile e il restante 97 e da desalinizzare. Nuovi conflitti, come in Colombia e in Brasile, avvengono per il legname ma ciò che è sempre più impressionante è che aumentano vertiginosamente le vittime civili: dal 5% della prima Guerra mondiale, si è passati al 50 della Seconda per arrivare al 90 dei conflitti contemporanei". Passando al tema, Tabacchi ha detto che "lo stato di polizia che ha introdotto l´attuale regime cubano ha fatto dimenticare gli obiettivi per cui è avvenuta la Rivoluzione". Il futuro di Cuba una volta scomparso Fidel Castro? Da quello che risulta all´analista e osservatore politico internazionale, citando fonti statunitensi, "sarà Raul Castro a proseguire nella guida del Paese caraibico, comunista più ortodosso di Fidel che, come attuale Ministro della Difesa e militare, controlla le forze armate cubane (che a loro volta controllano già il business del turismo". Raul è per Tabacchi "sfuggente, misterioso ma che probabilmente darà al regime cubano un approccio di tipo cinese: riforme economiche senza aperture internazionali, peraltro scarse, visto che con l´Ue, solo la Spagna ha fatto investimenti significativi sull´isola; l´Italia ne ha pochi. Castro predilige ora l´asse latino-americano: il Venezuela di Hugo Chavez (nella foto, con Fidel Castro) e i paesi governati dalla sinistra come Ecuador e Bolivia, ma anche Iran. Solo gli esuli cubani - ha concluso - potranno avere un ruolo costruttivo e decisivo" per un eventuale cambiamento, ma anche per gli americani "Cuba sarà governata dai cubani, che hanno una buona e qualificata classe dirigente e lavorativa e l´embargo rimarrà fino a quando non ci sarà democrazia e rispetto dei diritti umani". (segue)

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