Invitalia liquida Sviluppo Italia Abruzzo: 240 posti a rischio

26 Ottobre 2010   16:16  

"Invitalia, l'agenzia che ha come sua mission il lavoro e la creazione di impresa, la scorsa settimana ha comunicato la messa in liquidazione di Sviluppo Italia Abruzzo nonché l’attivazione immediata delle procedure di mobilità ex L. 223 per tutto il personale, con conseguente licenziamento collettivo dei dipendenti, anche delle altre società regionali ancora non cedute (oltre l’Abruzzo anche Calabria, Campania e Sardegna). Facciamo notare che i 240 dipendenti in virtù delle normative di settore saranno sprovvisti di qualsiasi ammortizzatore sociale".
A lanciare l'allarme gli stessi lavoratori che rischiano di andare a casa.

"Questa situazione - scrivono le Rsa Fiba Cisl, Fisac Cgil, UilCa Uil - è determinata dal fatto che il 31 dicembre 2010 scade l’ultima proroga al piano di riordino senza che queste Regioni ed Invitalia siano riuscite in quasi 4 anni a trovare un accordo sulla cessione. L’acquisizione del 100% delle quote Sviluppo Italia Abruzzo da parte della Regione Abruzzo è stata deliberata dalla giunta regionale nel 2008. Il provvedimento legislativo non è stato mai approvato dal Consiglio Regionale.
La Regione Abruzzo in data 14/09/2010 ha comunicato ufficialmente e inspiegabilmente di non essere intenzionata a rilevare le quote di Sviluppo Italia Abruzzo
. Ci piacerebbe sapere dall’assessore Castiglione il perché di questa opinabile scelta soprattutto alla luce dei vari progetti che nel corso degli anni hanno visto collaborare a stretto contatto la nostra società e la Regione stessa non ultimo al progetto Creaimpresa, dando dimostrazione di essere l’unica società sul territorio a poter vantare le competenze, le conoscenze e le professionalità necessarie a creare impresa e sviluppo sul territorio.

Invitalia e la Regione Abruzzo - accusano le rappresentanze sindacali - con questa azione indeboliscono, chissà se in maniera consapevole, ulteriormente un territorio allo stremo. Le visite dei massimi vertici di Invitalia all’Aquila, pochi giorni dopo il terremoto, alla luce di questo atto vergognoso si rivelano solo una squallida passerella, visto che le loro recenti decisioni contribuiscono ad aggravare la crisi delle province dell’Aquila e di Teramo e costituiscono un duro colpo per chi in Abruzzo vuole fare impresa.

Infatti, la chiusura di Sviluppo Italia Abruzzo priverà la nostra Regione di 4 importanti presidi, di cui uno proprio all’Aquila, per lo sviluppo d’impresa. Ogni giorno riceviamo e accompagniamo ragazze e ragazzi che tentano con grande coraggio di intraprendere un percorso imprenditoriale. Con la chiusura delle nostre sedi questi giovani non saprebbero a chi rivolgersi e ciò aggraverebbe ulteriormente la crisi occupazionale.
Solo nel 2010 sono pervenute in Abruzzo più di
500 domande con incremento rispetto all’anno precedente del 150%. Ciò a dimostrare che Sviluppo Italia Abruzzo è una società viva e dinamica e che la chiusura non ha ragion d’esistere soprattutto in un territorio martoriato dal terremoto e da una crisi economica terribile che ha portato il tasso di occupazione al 9.4%, un dato più alto della media nazionale.

Sviluppo Italia Abruzzo ha 19 dipendenti e dispone di 3 Incubatori d’impresa che ospitano attualmente 45 aziende per un totale di 323 occupati. La messa in liquidazione di Sviluppo Italia Abruzzo compromette la permanenza di queste imprese presso i 3 incubatori e metterà a rischio il futuro di queste aziende, con ulteriori gravi ripercussioni sull’occupazione.

Inoltre, la messa in liquidazione della società priva l’Abruzzo di un importante patrimonio industriale: i 3 incubatori d’impresa. Tale ingente patrimonio, del valore di circa 8 milioni di euro, potrebbe essere utilizzato per promuovere sviluppo ed occupazione nella nostra regione. Invece, con la liquidazione i 3 Incubatori, purtroppo, rientreranno nella sfera patrimoniale di Invitalia a tutto danno dell’Abruzzo.

Ci chiediamo - si legge in una nota delle Rsa - per esempio, perché la Provincia dell’Aquila invece di pagare ad Avezzano affitti per aule antiquate e grigi capannoni non si attiva, di concerto con la regione ed il comune di Avezzano, per acquisire, a prezzi molto contenuti, l’incubatore di Sviluppo Italia Abruzzo, prima che arrivi il primo speculatore di turno? Analoghe operazioni possono essere fatte dalla provincia di Teramo e dai comuni di Avezzano, Sulmona e Mosciano S.Angelo.

Auspichiamo, pertanto, che i nostri parlamentari si attivino presso Invitalia ed il Ministero dello Sviluppo Economico per bloccare questo assurdo provvedimento, come hanno fatto le organizzazioni sindacali confederali e di categoria. Mentre chiediamo alla Regione Abruzzo, alle Province dell’Aquila e di Teramo, ai Comuni di L’Aquila, Avezzano, Sulmona e Mosciano S.A, di elaborare, in tempi brevi, un Piano di Azione per valorizzare i 3 incubatori d’impresa e le risorse umane di Sviluppo Italia Abruzzo che possono costituire un volano per la ripresa economico-produttivo della nostra regione".


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