Istat: crolla fiducia consumatori, prezzi crescono il doppio dei salari, 8 milioni di poveri

28 Gennaio 2013   11:33  

Nuovi dati forniti dall'Istat sulla congiuntura economica in Italia, e che sembrano un bollettino di guerrra.

Nel 2012 la crescita dei prezzi e' stata doppia rispetto a quella dei salari: le retribuzione contrattuali orari sono aumentate dell'1,5% e l'inflazione del 3% su base annua. Lo comunica l'Istat precisando che si tratta del divario maggiore, a sfavore delle retribuzioni, dal 1995.

Peggiorano lievemente sia i giudizi sia le aspettative sulla situazione economica dell'Italia (da -133 a -135 e da -60 a -61 i relativi saldi). Aumentano le attese sulla disoccupazione (da 104 a 106 il saldo).

A gennaio l'indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce a 84,6 da 85,7 di dicembre, il dato peggiore dallo stesso mese dal 1996. Lo rileva l'Istat spiegando che registrano flessioni sia la componente riferita al clima personale (da 90,7 a 89,3), sia, in misura piu' lieve, quella relativa al clima economico generale (da 72,9 a 72,7). Diminuiscono l'indicatore del clima corrente (da 91,4 a 90,9) e quello riferito alla situazione futura (da 78,0 a 77,1).

Anche le opinioni e le attese sulla situazione economica della famiglia peggiorano (da -74 a -79 e da -33 a-38 i rispettivi saldi).

Il saldo dei giudizi sul bilancio familiare diminuisce (da -29 a -33). I giudizi sulle opportunita' attuali di risparmio sono in peggioramento (da 136 a 130), mentre le possibilita' future risultano stabili (-92). I pareri sull'opportunita' all'acquisto di beni durevoli migliorano (da -110 a -106 il saldo). Il saldo dei giudizi sull'evoluzione recente dei prezzi al consumo e' in peggioramento (da 54 a 60). Le valutazioni sull'evoluzione nei prossimi dodici mesi indicano un peggioramento della dinamica inflazionistica (da 13 a 22 il saldo).

A livello territoriale, il clima di fiducia aumenta lievemente nel Nord-ovest, mentre diminuisce nel Nord-est, al Centro e nel Mezzogiorno.

SPENDING REVIEW: I POVERI SONO 8 MILIONI

Nel 2011 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono l'11,1%: si tratta di 8,2 milioni di individui poveri, il 13,6% della popolazione residente. La povertà assoluta coinvolge invece il 5,2% delle famiglie, per un totale di 3,4 milioni di individui. 

Lo rileva l'Istat nel rapporto 'Noi Italia'. Nel 2010 circa il 57% delle famiglie residenti in Italia ha acquisito un reddito netto inferiore a quello medio annuo (29.786 euro, circa 2.482 euro al mese). 

In Sicilia si osserva la più elevata diseguaglianza nella distribuzione del reddito e il reddito medio annuo più basso (il 28,6% in meno del dato medio italiano); sempre in questa regione, in base al reddito mediano, il 50% delle famiglie si colloca al di sotto di 17.459 euro annui (circa 1.455 euro al mese). 

Nel 2011 il 22,4% delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell'indice sintetico di deprivazione, con un aumento rispetto all'anno precedente di oltre sei punti percentuali. Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell'Italia meridionale e insulare, con un valore dell'indicatore pari al 37,5% (dal 25,8% del 2010). 

Nei primi mesi del 2012, il 42,8% delle persone di 14 anni e più si dichiara molto o abbastanza soddisfatta della propria situazione economica. Il livello di soddisfazione diminuisce passando dal Nord al Sud del Paese, con una forte variabilità regionale, ma non a livello di genere.

 


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