Il presidente di DC Comics interviene al New York Comic Con con un discorso deciso contro l’uso creativo dell’intelligenza artificiale, difendendo la centralità umana nel fumetto.
Durante il Retailer Day del New York Comic Con 2025, Jim Lee, presidente, publisher e chief creative officer di DC Comics, ha lanciato un messaggio chiaro: la casa editrice non farà uso di intelligenza artificiale per scrittura o disegno, né ora né in futuro, finché lui e Anne Depies resteranno alla guida.
Davanti a una platea gremita di librai e operatori del settore, Lee ha ripercorso novant’anni di storia editoriale della DC, parlando delle sfide attuali: calo dell’attenzione dei lettori, ingresso di alcuni personaggi nel pubblico dominio, equilibrio tra formato cartaceo e digitale. Ma è stata l’intelligenza artificiale a dominare il cuore del suo intervento.
«La tecnologia può cambiare gli strumenti, ma non la nostra essenza creativa» ha spiegato Lee. «Il fumetto nasce da quella fragile ma potente connessione tra immaginazione ed emozione. È qualcosa che non può essere replicato da un algoritmo.»
Lee ha difeso l’imperfezione artistica come valore fondante: «Quando disegno, sbaglio. La linea tremolante, la sbavatura, l’esitazione… sono io. È la mia impronta. È ciò che rende il lavoro vivo». Ha poi aggiunto: «L’IA non sogna, non sente e non crea: aggrega dati, ma non genera arte».
Il presidente DC ha ricordato come la casa editrice si sia sempre adattata ai cambiamenti culturali, dalla Golden Age della Seconda guerra mondiale agli anni Ottanta e Novanta della reinvenzione, passando per l’era digitale. «La nostra forza è evolverci senza perdere il legame tra autori, lettori e comunità» ha sottolineato.
Un messaggio forte è stato rivolto anche ai librai: «Il digitale apre la porta alla scoperta, ma voi offrite appartenenza. Se qualcuno legge il suo primo fumetto su un tablet, vogliamo che il secondo lo compri in negozio».
Con questo intervento, Lee non solo ha chiarito la posizione di DC Comics, ma ha anche espresso un pensiero condiviso da molti autori e artisti: la creazione artistica resta un atto profondamente umano, e il fumetto deve continuare a difendere la sua anima artigianale, anche nell’era della tecnologia.