Juve sempre più nel segno di Allegri, ma il vento di Calciopoli soffia ancora..

Agnelli: "Moggi ha fatto nostra storia, possiamo perdonarlo"

25 Novembre 2014   07:12  

L'ultimo week end di campionato ha fornito una nuova conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, circa il fatto che la Juventus non ha smarrito la mentalità vincente ritrovata negli ultimi anni.

Al contrario, la mentalità è rimasta intatta, ha semplicemente mutato forma: non si vede più la compagine bianconera attuare il pressing asfissiante ed i ritmi indiavolati marchio di fabbrica dell'era Conte, ora Tevez e compagni si esprimono in maniera forse più compassata ma al tempo stesso più ragionata.

Un mutamento frutto senza dubbio del graduale riacquisto della forma migliore di molti uomini chiave, ma soprattutto del lavoro di Massimiliano Allegri, che dal canto suo prosegue nel tracciare un solco sempre più netto tra la sua Juve e quella che fu dell'attuale ct della Nazionale.

Decisivo, ai fini di tale cambiamento, sembrerebbe essere stato il passaggio al 4-3-1-2, assetto tattico evidentemente più congeniale al gioco professato dal tecnico livornese rispetto al 3-5-2 di stampo "contiano", modulo che potrebbe sempre ritornare utile alla bisogna ma che probabilmente ha in parte esaurito il proprio ciclo, anche in virtù del grande dispendio di energie cui costringeva gli interpreti. E, soprattutto, un modulo dal sapore più "europeo", sensazione di cui si avrà adeguata controprova nell'impegno in terra di Svezia contro il Malmoe.

Se dunque le questioni di campo non sembrano riservare nei fatti nulla di davvero nuovo, altrettanto si può dire anche per le ormai annose polemiche relative a Calciopoli, riaperte giorni addietro dal presidente bianconero Andrea Agnelli, che nel corso di un convegno è tornato sull'argomento "riabilitando" di fatto l'ex dg Luciano Moggi e lanciando nuove frecciate ai grandi rivali dell'Inter.

"Luciano Moggi rappresenta una parte importante della storia della Juve" - ha affermato Agnelli - "per cui possiamo perdonarlo. Del resto, siamo il paese del cattolicesimo e del perdono. Calciopoli? C'era un certo modo di comportarsi emerso dagli atti, chi si è comportato allo stesso modo non può uscire con uno scudetto in tasca".

Moggi, giorni dopo, ha replicato di non aver "nulla da farmi perdonare", ma in qualsiasi caso i giorni di Calciopoli appartengono di fatto al passato, ed essendo il passato incancellabile sarebbe più opportuno guardare al futuro, il miglior modo per dimenticare. La base, del resto, è già bella e segnata.

Lorenzo Ciccarelli


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