Juventus, la legge dei grandi numeri e la dura legge del gol

Gabbiadini ha fatto piangere la Vecchia Signora due volte

16 Dicembre 2014   06:48  

Prima o poi sarebbe dovuto accadere, per cui non è decisamente il caso di farne drammi anche solo sportivi, ma di certo ha fatto scalpore il pareggio casalingo della Juventus contro la Sampdoria.

L'1-1 finale ha posto fine alla scia record di 25 gare di campionato di fila vinte tra le mura amiche, interrotta da una perla di quel Manolo Gabbiadini "sedotto e abbandonato" dalla Vecchia Signora, ormai prossima salvo sorprese dell'ultim'ora a venderne la propria metà al Napoli. Un gol bello e pesante, che non può non far sorgere domande circa la scelta di non averlo portato in bianconero ad inizio stagione e, soprattutto, l'averlo quasi ceduto ad una diretta concorrente per lo scudetto.

Deve poi far riflettere ancora di più il fatto che la Samp ha segnato su uno dei due soli tiri in porta effettuati (andando per inciso vicina a segnare anche nella successiva occasione, ancora con Gabbiadini, non fosse stato per un intervento da campione di Buffon).

E' dunque riemerso un vecchio difetto dei bianconeri, mai del tutto corretto né sotto la gestione Conte né dopo l'avvento in panca di Massimiliano Allegri: tante, troppe volte, la Juventus tende a sciupare troppo in zona gol, talvolta per sfortuna, talvolta per bravura dei portieri avversari, ma troppo spesso a causa di una forma di vanità che porta gli juventini a voler strafare ed eccedere nel leziosismo. Una vanità che, di conseguenza, alle volte si può pagare con la perdita di punti preziosi.

Probabilmente, a livello tattico, non ha del tutto pagato la scelta di impiegare in avanti Alvaro Morata anziché Fernando Llorente: non che l'ex madridista non abbia fatto il suo dovere e non si sia comunque mosso bene, ma complice lo scarso impiego nelle gare precedenti il feeling con Tevez si è mostrato ben lungi dall'essere forte.

Più o meno simile il discorso per quanto concerne Andrea Pirlo, anch'egli tenuto in naftalina pensando ai prossimi impegni contro Cagliari e Napoli in Supercoppa: valeva davvero la pena non farlo scendere in campo almeno per una manciata di partita, magari al posto di un Vidal ancora copia sbiadita del giocatore dei due anni scorsi?

Lorenzo Ciccarelli


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