L'Abruzzo accoglie lavoratori immigrati dal nord Italia

20 Agosto 2009   10:11  

Se il terremoto ci fosse stato a Ponte di legno un gagliardo militante leghista, alla lettura di un articolo analogo a quello che proponiamo, avrebbe urlato ''Uè terun'! torna a casa tua! Il lavoro a i padani!  Padroni a casa nostra, giù le mani dal nostro terremoto!'' e così via.

Questo per fortuna in Abruzzo non accade, segno evidente di un livello di civiltà superiore rispetto a quello espresso da grandi statisti come Bossi, Calderoli e Savini. 

Ecco l'articolo dell'Arena di Verona, datato 10 agosto:

''AAA offresi muratori, imbianchini ed operai disoccupati per la ricostruzione in Abruzzo. A patto però che vengano retribuiti per consentire loro di provvedere ai bisogni della propria famiglia senza gravare sulle casse, ormai dissanguate, del Comune di Legnago.
Il neo assessore ai Servizi sociali Erika Ferraresi, di fronte alle continue richieste di aiuto che continuano a pervenire in municipio da parte di manovali rimasti di punto in bianco senza lavoro, ha aguzzato l'ingegno.

E, allergica come si è mostrata sin dall'inizio del suo mandato verso l'assistenzialismo fine a sè stesso tanto da ridurre di due terzi i sussidi erogati a maggio dalla giunta Gandini, ha dato vita ad uno speciale «ufficio collocamento» in collaborazione con «Ance L'Aquila»: l'Associazione costruttori edili del capoluogo abruzzese. Dando così l'opportunità alle maestranze dell'edilizia, lasciate a casa da una crisi che non ha risparmiato nemmeno le imprese della Bassa, di trovare un'occupazione nelle centinaia di cantieri allestiti a L'Aquila e dintorni all'indomani del terribile terremoto del sei aprile.

Sarà infatti sufficiente presentare un curriculum, con indicate competenze e trascorsi professionali, alle assistenti sociali del municipio - a partire da settembre ci si potrà rivolgere invece all'Ufficio lavoro situato sempre all'interno del Comune, che in agosto resterà chiuso - per ricevere una proposta di contratto direttamente dalle imprese edili associate all'Anci abruzzese.

«Noi ci limiteremo perciò», sottolinea Ferraresi, «a fare da ponte tra domanda ed offerta con un doppio vantaggio: da un lato quello di sostenere i disoccupati che non sanno più come fare per arrivare alla fine del mese; dall'altro, quello di non attingere alle finanze comunali, che sono ormai ridotte all'osso e non ci permettono di fronteggiare la mole di contributi richiesti». L'uovo di colombo per fronteggiare l'emergenza in atto è stato suggerito all'assessore dai colloqui settimanali con il pubblico dove si è imbattuta in diversi muratori ed artigiani in cerca di lavoro o di un sostegno economico.

«A quel punto», prosegue Ferraresi, «ho pensato di contattare gli amministratori aquilani con l'idea di stipulare una convenzione tra Comuni. Il consigliere Adriano Perrotti, confermandomi la grande necessità di manovalanza, mi ha consigliato però di mettermi in contatto direttamente con i costruttori. Ed è stato così che ho preso accordi con il direttore dell'Ance, Francesco Manni, che ha condiviso questo progetto che potrà assicurare uno sbocco a molti lavoratori e famiglie in difficoltà».

Famiglie che, altrimenti, non potrebbero, soddisfare tutte le loro esigenze vitali bussando in municipio. «L'85 per cento dei 167mila euro stanziati quest'anno in bilancio per i sussidi e gli aiuti unatantum», precisa Ferraresi, «è stato già erogato da chi ci ha preceduto. Ed oggi in cassa restano circa 25mila euro, che non abbiamo la certezza di poter rimpinguare per avere un più ampio margine di manovra fino a dicembre». Da qui l'originale ricetta scacciacrisi, che ha già attirato l'interesse di 10 disoccupati, disposti ad impugnare la cazzuola in Abruzzo.

http://www.larena.it/dossiers/Comunit%C3%A0/18/41/74527/


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