L'Abruzzo tagliato fuori dall'alta velocità e con treni sempre più fatiscenti

13 Dicembre 2012   11:05  

In campagna elettorale i candidati sono soliti anche in Abruzzo riempirsi la bocca con altisonati locuzioni come ''infrastrutture del terzo millennio'', ''corridoio adriatico'', ''Abruzzo ponte per l'oriente balcanico'', e con mirabolanti promesse di treni super veloci, nuove autostrade, dell'ormai leggendario ammodernamento della a linea ferroviaria che collega l'Abruzzo, o meglio gli Abruzzi, alla capitale Roma.

A riportare con i piedi per terra e davanti alla dura relatà ci ha pensato la Federconsumatori pochi giorni fa: '' la Regione è inadempiente sul fronte dei trasporti ferroviari - ha denunciato il presidente Di Cicco -  non è neanche in grado di migliorare l'offerta e contemporaneamente ridurre i costi del servizio.

E fin quando queste penalizzazioni sono determinate dalla carenza di infrastrutture, si può anche tollerare. Ma quando queste penalizzazioni sono determinate dalla incapacità delle nostre Istituzioni regionali ad imporre a Trenitalia quello che altre regioni già consentono ai loro cittadini, la cosa ci sembra molto grave.''

Solo qualche esempio della disastrosa situazione: nel collegamenti con treni regionali da Pescara a Foggia i viaggiatori sono obbligati ad utilizzare due diversi regionali Pescara-Termoli e Termoli-Foggia, sulla Pescara-Roma nel 1980 erano sufficienti 3 ore e 17', oggi occorrono quasi 4 ore, i tagli ai servizi siano stati del 10%, definitivamente chiusa la tratta Pescara-Napoli.

Sempre secondo Federconsumatori la riorganizzazione di Trenitalia prevede che sulle linee con frequenza inferiore a 40 treni al giorno ovvero la quasi totalità delle linee abruzzesi non venga più effettuata la manutenzione ordinaria, ma solo quella standard. Ci sarà così un'ulteriore perdita di affìdabìlità e rallentamenti e disagi ricadrebbero ad esempio sulla Pescara-Roma dove circolano mediamente 30-40 treni al giorno. A causa della contrazione dell'attività manutentiva di Rfi le conseguenze saranno una dilatazione dei tempi di pronto intervento in caso di anomalie della circolazione (dall'ora attuale, si passerà anche a tre ore) e il maggiore ricorso alla corse sostitutive su pullman.

Infine la Cna rende oggi noto che l'alta velocità non interesserà in alcun modo l'Abruzzo: il famoso corridoio adriatico è stato si fatto, ma nelle Marche. A seguire l'agenzia di stampa:

''L'Alta velocita' non abita in Abruzzo. E' l'allarme lanciato dalla Cna abruzzese, all'indomani della notizia - pubblicata questa mattina su alcuni organi di stampa - secondo cui la principale compagnia privata italiana, la Ntv, titolare di "Italo Treno" avrebbe inserito la stazione di Ancona tra le sue prossime destinazioni.

"In questo modo, senza una decisa e rapida iniziativa istituzionale sostenuta da tutte le forze sociali della regione - afferma il presidente della confederazione artigiana abruzzese, Italo Lupo - si certifica l'esclusione del nostro territorio dai futuri progetti di investimento nel settore dell'Alta velocita'; e questo sia da parte della principale compagnia pubblica, Fs, che del principale competitore privato, il Nuovo Trasporto Viaggiatori.

"Il caso - aggiunge - ha poi un risvolto perfino paradossale. Stando cosi' le cose, infatti, l'Abruzzo verrebbe estromesso quasi scientificamente dalle strategie di Fs: nei suoi piani d'investimento figura un collegamento del basso versante adriatico direttamente con Napoli e la direttrice tirrenica dell'Alta velocita', ma lo stesso prolungamento al capoluogo delle Marche degli attuali collegamenti non viene escluso.

E ora apprendiamo che anche il principale competitore privato, Ntv, cancella l'Abruzzo dai suoi piani".

"Le decisioni che si prenderanno sul tema dell'Alta velocita' nei prossimi anni - prosegue il presidente regionale della Cna - sono a destinate a pesare sull'intero sviluppo futuro di questi territori.

Per questo, nei mesi scorsi, la nostra confederazione ha delineato d'intesa con le nostre associazioni di Marche, Molise e Puglia, una strategia comune per riportare al centro dell'attenzione il destino del medio e basso versante adriatico, a rischio di forte penalizzazione sui tavoli che contano.

E cio', soprattutto, per quel che riguarda il capitolo delle grandi infrastrutture come autostrade, ferrovia, porti e aeroporti.

Abbiamo tenuto a fine settembre un importante convegno a Pescara sulle strategie future della macro regione adriatica, i cui temi saranno ulteriore sviluppati nei due prossimi appuntamenti fissati a Bari ed Ancona".

Cosi', conclude il presidente regionale della Cna, "e' necessario che l'Abruzzo torni a far sentire il proprio peso istituzionale in tutti gli scenari in cui si assumono decisioni vitali per il destino del nostro territorio, prima che sia troppo tardi".

 

 


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