L'Aquila. Caos settore giovanile, parla Aureli

Genitori irritati, Aureli:"Qui non si può fare calcio giovanile"

21 Settembre 2011   15:20  

L’Aquila calcio rinuncia ad iscrivere una propria squadra al campionato Giovanissimi Nazionali e scoppia il caos. “Hanno fatto svolgere ai nostri figli un mese di preparazione al campionato – denuncia un genitore letteralmente indignato - Ci hanno fatto produrre tutta la documentazione per il tesseramento, poi a tre giorni dall’ inizio della stagione ci hanno comunicato che avrebbero preferito pagare 25 mila euro di multa piuttosto che iscrivere la squadra al campionato.” Alla base dell’ irritazione dei genitori, l’ essersi preclusi altre scelte. “Abbiamo rinunciato ad altre squadre scegliendo L’Aquila, adesso è tardi per ogni altra destinazione. Bastava metterci al corrente di certe difficoltà, ci saremmo resi conto della situazione ed avremmo valutato altre soluzioni già un mese fa.”

La situazione più difficile la stanno vivendo i ragazzi che provengono da fuori regione. “Avevamo scelto L’Aquila per la possibilità di disputare un campionato nazionale – ricorda un genitore di un ragazzo del meridione – Abbiamo iscritto nostro figlio a scuola e stiamo sostenendo delle spese, come la retta del convitto e l’ acquisto dei libri.” Adesso quasi tutti i ragazzi provenienti da fuori regione si stanno allenando con i pari età dell’ Amiternina, che disputano però un campionato regionale. “Mio figlio un campionato regionale l’ avrebbe potuto disputare anche dalle parti di casa. A saperlo non gli avrei fatto fare 600 chilometri e tanti sacrifici.”

Una decisione che oltre al disagio delle famiglie (aquilane e non) dei ragazzi, comporterà una sostanziosa multa inflitta dalla Federazione. Ma quali sono i motivi? Perché rinunciare all’ ultimo minuto? Questi gli interrogativi che i tifosi si stanno ponendo e che noi abbiamo girato al direttore generale Fabio Aureli.

Direttore, cosa è successo con i Giovanissimi?

A malincuore abbiamo dovuto ritirare la loro iscrizione al campionato. L’ anno scorso essendo una neo promossa avevamo la deroga per i campionati nazionali giovanili, eppure li abbiamo fatti ugualmente tra mille difficoltà. Questo dimostra quanto teniamo al settore giovanile. Ci abbiamo provato fino alla fine, ma quest’ anno per i giovanissimi non ci siamo riusciti.

Perché?

Troppe difficoltà. In questa città è impossibile fare calcio a livello giovanile.

Che problematiche avete incontrato?

Dai campi, alle strutture per ospitare i ragazzi, al reperimento degli atleti.

Sono tutte criticità strutturali che il terremoto ha solo acuito. Partiamo dai campi.

Innanzitutto non ne abbiamo uno di riferimento. La Berretti si allena e gioca a Pizzoli, per Giovanissimi e Allievi ci saremmo potuti allenare a Bazzano e Pianola, ma non sapevamo dove farli giocare. Al Federale hanno la prelazione le squadre dilettantistiche, quindi noi non riusciamo ad accedervi. Vi dico solo che gli Allievi alla prima giornata hanno giocato a Pizzoli in una nuvola di polvere (campo in pozzolana), dove i giocatori non vedevano il compagno più vicino. Per giunta adesso a Pizzoli partiranno i lavori di rifacimento e non sarà più disponibile.

E la Berretti dove emigrerà?

Per le partite ufficiali, fortunatamente, noleggeremo il comunale di Scoppito grazie alla disponibilità dell’ Amiternina. Per gli allenamenti tre squadre (Berretti, Allievi e Giovanissimi) si sarebbero dovuti dividere tra Pianola e Bazzano.

Quanto alle strutture?

Speravamo di sistemare i ragazzi in Convitto. Ci erano stati garantiti una ventina di posti, alla fine ce ne hanno dati dodici. Noi tra Giovanissimi e Allievi ne avremmo dovuti sistemare una trentina. Tanti non lo sanno, ma noi dei ragazzi minori di 16 anni siamo responsabili. Se li avessimo sistemati in vari appartamenti, per ogni appartamento avremmo dovuto individuare un tutor, così come vuole la Federazione.

Quindi?

A quel punto tra Allievi e Giovanissimi abbiamo deciso di sacrificare la squadra con meno forestieri possibili, in modo da creare un disagio a un minor numero di famiglie. Ne ho parlato con i genitori insieme al responsabile organizzativo del settore giovanile Alberto Cortelli, nonostante il disagio, la gran parte è stata comprensiva delle gravi motivazioni che ci hanno penalizzato in questa scelta.

Infine il reperimento della materia prima, i giocatori.

Tutto nasce dal fatto che per disputare un campionato degno, dobbiamo rivolgerci a ragazzi di territori diversi dal nostro. Se avessimo potuto utilizzare ragazzi del luogo, problematiche legate alle sistemazioni sicuramente non li avremmo avuti.

Spesso qualche giovane talento del territorio rimane ostaggio di tante piccole società. Succede perché in loro vedono una fonte di guadagno o perché L’Aquila non riesce ad imporsi come sbocco naturale del percorso calcistico dei giovani migliori?

Di questo preferirei non parlare.     

Quindi da parte vostra nessun errore?

Mi creda, riguardo alla faccenda dei Giovanissimi l’ unico errore che abbiamo commesso è stato quello di essere stati troppo ottimisti in estate. Pensavamo che la situazione si sarebbe potuta risolvere, invece ci sbagliavamo di grosso.

E adesso i ragazzini che avrebbero dovuto giocare per i Giovanissimi rossoblù?

Appena abbiamo iniziato a realizzare che le cose non sarebbero andate come speravamo abbiamo bloccato tutti i tesseramenti. Ci dispiace per il disagio, ma fondamentalmente per quest’ anno non abbiamo pregiudicato la “carriera” di nessuno.

Alcuni genitori però sono infuriati.

Ripeto, non abbiamo vincolato nessuno, i ragazzi possono tranquillamente andare a giocare per un’ altra squadra.

A saperlo però, qualche famiglia avrebbe scelto altro. Hanno iscritto i figli nelle scuole aquilane, hanno sostenuto delle spese.

Quello delle scuole è un problema facilmente risolvibile, mentre per quanto riguarda le spese, L’Aquila ha assunto una posizione molto netta: tutte le spese documentabili verranno rimborsate.

Chiudiamo con il caso Sergio Lo Re. Come mai non è più l’ allenatore della Berretti rossoblù?

Non è assolutamente vero. Sergio non si è mai dimesso, né l’ abbiamo mai allontanato. Si è dovuto solo assentare dal calcio per qualche giorno per motivi familiari, ma da ieri è tornato di nuovo al lavoro. (a.f.)


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