L'Aquila - Chieti, voci dagli spogliatoi

Paolucci: "Ci può stare", Ianni: "Potevamo vincerla"

26 Settembre 2011   12:11  

L'AQUILA - “Ci può stare, credo che il pareggio sia il risultato più giusto – esordisce Silvio Paolucci appena mette piede in sala stampa – Siamo andati in vantaggio, poi L’Aquila nel secondo tempo ci ha punito per una nostra ingenuità ed ha creato molto nel quarto d’ ora successivo al pareggio. Eravamo in difficoltà, poi fortunatamente abbiamo rialzato la testa e con Ceballos avremmo potuto anche vincere. E’ un buon punto – continua Paolucci - Abbiamo affrontato una delle squadre più attrezzate del girone. Obiettivi? Non conviene mai fissarli con una squadra giovane. Il primo deve essere la salvezza, ma questa squadra ha grandi margini di crescita. Villa dal primo minuto? Mi serviva un centrocampista in più per creare densità in mediana, credo che la scelta si sia rivelata azzeccata.”

Quando ai taccuini si presta Maurizio Ianni, invece, la prima domanda è sul suo allontanamento dalla panchina. “All’ arbitro ho solo ricordato che è lecito battere una rimessa laterale su un avversario, se questi non si sposta – chiarisce il tecnico aquilano – Eppure a Piccioni è costato un giallo, a me l’ allontanamento. Difficile parlare di approccio quando prendi gol al primo minuto – l’analisi di Ianni sul match – All’ inizio ci siamo innervositi, poi abbiamo ripreso in mano la gara. Mi sono piaciuti il carattere ed il buon gioco della ripresa, quando abbiamo dimostrato di poter vincere la partita. Purtroppo senza Carcione ci è mancato chi ricucisse il gioco, ma siamo stati bravi a giocare sugli esterni. Peccato per il palo di Giglio e la traversa di Improta.”

“Un pareggio soddisfacente, contro una grossa squadra e in un derby – analizza il direttore generale del Chieti, Luciano Di Giampaolo - Il risultato credo rispecchi l’ andamento della gara, con un tempo dominato da noi e l’ altro in cui abbiamo fatto più fatica a controllare L’Aquila. Guardiamo il lato positivo del pareggio, è stata una partita bella e tirata. Senza grosse pause, sempre viva e giocata a viso aperto da entrambe le compagini. Ora speriamo che andando avanti i ragazzi acquisiscano fiducia e considerazione nei propri mezzi. Quello che ci serve è soprattutto la continuità di risultati, mercoledì speriamo di riuscire a confermarci sui livelli visti oggi. Purtroppo, quello che è mancato – continua Di Giampaolo - è la cornice di pubblico. Anche oggi le due tifoserie hanno dato grande prova di maturità. Sarebbe potuta essere una grande festa di sport, invece ci siamo ritrovati a giocare senza cori né colori. E’ un vero peccato, certe decisioni non rispecchiano affatto la realtà delle cose.”

All’ esterno dello stadio, infatti, ultras aquilani e teatini hanno rinnovato un gemellaggio che negli anni ha sempre contraddistinto L’Aquila – Chieti come il derby dell’ amicizia. Purtroppo la burocrazia ha vinto sul buon senso ed il Fattori è rimasto desolatamente vuoto e silenzioso nel settore ospiti e nella Curva Sud, dove a caratteri rossoblù e neroverdi, campeggiava lo striscione dei Red Blue Eagles che recitava: “Contro divieti, tessere e osservatòri, noi la partita la giochiamo fuori.” Dopo un lauto pranzo consumato insieme ai colleghi teatini, una cui rappresentanza è giunta comunque nel capoluogo abruzzese, gli ultras aquilani hanno dunque disertato la curva in segno di protesta contro il divieto inflitto ai cugini neroverdi ed hanno preferito intonare i propri cori prima all’ esterno dello stadio, poi da un’ altura prospiciente lo stadio, la cosiddetta ‘curva dei truscianti’.

 “Una pagina deludente di sport – ha commentato in merito il direttore generale aquilano Fabio Aureli – Dove ha vinto la caparbietà dell’ Osservatorio a negare la possibilità di assistere alla partita per i sostenitori neroverdi privi della tessera del tifoso. Tutto ciò – sottolinea Aureli – nonostante le società avessero predisposto da tempo il piano organizzativo per la gestione della sicurezza e la Questura avesse inviato all’ Osservatorio parere positivo in merito. Che la partita non fosse a rischio si sapeva, purtroppo non hanno voluto sentire ragioni. Alla fine chi ci ha rimesso è L’Aquila, che è sempre stata una società attenta e ligia alle normative vigenti in materia di sicurezza. Sul lato sportivo – conclude Aureli – resta il rammarico per non aver sfruttato al meglio le occasioni create nel secondo tempo e che avrebbero potuto regalarci i tre punti.” (a.f.)


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