L'Aquila Rugby nel fango: si salvi chi può

Un piccolo racconto assurdo

12 Maggio 2011   09:06  

Cosa sta accadendo nell’Aquila Rugby? Non è facile a dirsi e, ad onor del vero, non è neanche facile chiederlo. Non è facile perché la risposta che si rischia di ricevere potrebbe consistere in un tortuoso racconto di una storia senza capo né coda degna della mente di David Lynch.

Ma in ogni intreccio che si rispetti, per quanto possa apparire casuale e privo di senso l’alternarsi degli eventi, se si guarda il tutto dall’alto, si arriva ad avere una comprensione più chiara del quadro generale.

Allora mettetevi comodi. Questa storia inizia la vigilia di Natale del 2010

È il 24 Dicembre 2010, qualcuno sta facendo un aperitivo di Natale, qualcun’altro sta già pensando a scartare i regali e molti stanno ultimando i preparativi per la cena. Ma questo non è un cine panettone e non si chiama Natale a L’Aquila, quindi accade che proprio in quelle ore si aprono i primi contatti tra Carlo Navarra e alcuni amici\giocatori dell’Aquila Rugby. Si parla della situazione attuale, si parla di quello che sta accadendo ed ecco che scatta la scintilla. L’evento scatenante è arrivato.

Carlo parla con il padre Walter e tra Gennaio e Febbraio 2011 i due imprenditori procedono alla valutazione della realtà aquilana portando avanti due direttive principali: la prima è indirizzata a valutare il mero dato tecnico – sportivo, la seconda è volta al perfezionamento della manifestazione di interesse.

Il 3 Marzo 2011 arriva la prima svolta significativa: i Navarra presentano ufficialmente la loro manifestazione di interesse.

Si chiude il sipario e ci prepariamo al II Atto.

Nella manifestazione di interesse I Navarra si dicono intenzionati ad acquisire il 100% della società e viene scelta la data del 31 Marzo come termine ultimo per la presentazione dell’ufficiale contratto di compravendita. Vengono però poste delle condizioni che consistono in:

1) Entro il 15 Marzo i Navarra dovranno ricevere informazioni preliminari dalla società. Ossia bilanci, dettagli, liste e statuti volti alla miglior comprensione della condizione economica della società stessa.

2) In caso di presentazione del contratto di compravendita, la società attuale dovrà dare un risposta (SI o NO) entro la data dell’8 di Aprile. In caso di risposta positiva, Walter Navarra si riserva il diritto di valutare nuovamente la situazione che si è andata a creare e dovrà dare risposta entro il 6 di Maggio, alla quale la società nero verde dovrà a sua volta rispondere entro il 13 di Maggio. La compravendita si dovrà ultimare entro e non oltre il 31 Maggio.

Romano Marinelli firma questa manifestazione di interesse e, in questo modo, accetta implicitamente le condizioni che in essa vengono esposte.

Arriviamo al 31 Marzo: i Navarra perfezionano e presentano la regolare offerta di acquisto. Probabilmente è arrivata la documentazione da parte della società e, da quanto si legge in questo documento, i Navarra non sono del tutto soddisfatti di quello che hanno letto.

Walter Navarra dimostra di avere delle perplessità riguardo i debiti della società, riguardo la quasi totale assenza di proprietà da parte dell’Aquila Rugby (fatta eccezione per una piccola casetta di legno), riguardo la situazione dei lodi e, soprattutto, riguardo la condizione di dipendenza da un’altra società: la Polisportiva L’Aquila Rugby.

Si perché dovete sapere che per iscriversi al campionato, L’aquila Rugby, ovviamente, deve provvedere alla formazione di tutte le categorie giovanili, cosa che viene garantita attraverso la Polisportiva. Da ciò deriva che l’esistenza dell’Aquila Rugby è direttamente legata alle volontà e spesso alle richieste di questa società. Walter Navarra parla di rapporti quasi ricattatori.

Sarà in questa offerta di acquisizione che si porrà come condizione il pagamento dei lodi da parte della società attuale.

Ok, la tensione è arrivata al punto giusto e ci stiamo preparando alla seconda grande svolta, ma prima, facciamo un piccolo passo indietro.

Flashback. Ricordate tutte quelle date che si dovevano rispettare? In particolar modo l’8 Aprile. Il giorno in cui doveva arrivare la riposta?

Bene, la società nero verde non ne ha rispettata neanche una. Saltata la prima, di conseguenza, sono venute meno anche le altre.

Arriviamo al 28 Aprile: il giorno in cui un’intera città ha assistito ad una conferenza stampa che non c’è mai stata. O meglio, la conferenza forse c’è stata, ma sicuro non si è parlato di nulla. Marinelli stringe le mani, afferma che la trattativa è in via di conclusione e dice che non c’è nessun altro interlocutore. I Navarra saranno i prossimi proprietari dell’Aquila Rugby!

Passano pochi giorni e si comincia a parlare di una fantomatica seconda cordata aquilana. Pochi ci credono, molti pensano sia un bluff.

Il 10 Marzo arriva l’ufficialità dell’offerta e si fa trasparenza sui nomi. Si tratta di Taddei, Palmerini, Iannini, Frattale e Marinelli.

Proprio così. Romano Marinelli è tra i promotori di questa cordata e, con grande probabilità, già se ne stava parlando quando tutti lo osservavamo mentre sedeva al fianco di Walter Navarra.

La seconda svolta è arrivata, cala di nuovo il sipario.

Il terzo atto si apre con la furia della famiglia Navarra che non le manda a dire a nessuno. Si definisce la situazione come la solita “aquilanata”. Si accusa Marinelli di comportamenti scorretti. Si annuncia che la battaglia non è ancora finita.

E adesso?

Adesso non possiamo che aspettare le future evoluzioni di una storia che certo deve ancora arrivare al suo apice finale. Magari è una storia circolare e finirà nello stesso modo in cui è iniziata, con dei giocatori che durante un aperitivo di Natale incontrano un amico che viene da fuori e chiedono aiuto.

Quello di cui forse dobbiamo preoccuparci maggiormente ora è il modo in cui L’Aquila Rugby uscirà da questo terremoto e quando parlo di L’Aquila Rugby, in questo caso, non parlo della società ma di una squadra che, e forse qualcuno se ne è dimenticato, non è di nessun imprenditore ma di una città intera.

Matteo De Santis


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