L'Aquila, Trasatti: "Senza sviluppo non c'è futuro"

27 Marzo 2012   17:13  

"L’incontro con il governo e con l’Ocse sul progetto per L’Aquila è servito a chiarire un punto fondamentale: senza sviluppo economico per la città non ci sarà futuro". Lo ribadisce Umberto Trasatti, segretario provinciale della Cgil.

"Dovrebbe essere una considerazione semplice, scontata. Talmente ovvia che in tutto l’Abruzzo si discute sulle novità introdotte dal progetto per L’Aquila e sul fatto che l’intera regione potrebbe trarre vantaggio da scelte e strategie innovative per il capoluogo. Un tema decisivo che in questa città non tutti riconoscono.

Alcuni ambienti politici e alcuni ambienti imprenditoriali aquilani preferisco parlare con parole vecchie, scelgono di alimentare il solito meccanismo della divisione, lo stesso che per decenni e già prima del terremoto aveva causato tanti problemi alla città. Lo fanno - continua Trasatti - persino autorevoli politici e candidati alle elezioni amministrative, gli stessi che hanno brillato per la loro assenza al dibattito sul progetto Ocse e che oggi se ne ricordano in vista del voto.

Per quanto ci riguarda l’appello all’unità vale sempre, oggi come ieri: questa città ha bisogno di coesione e di comportamenti coerenti, non di appelli fasulli buoni soltanto in campagna elettorale.Una seconda considerazione riguarda il fatto che la discussione sul futuro del capoluogo potrebbe ritardare gli interventi relativi alla riprogrammazione dei fondi europei per il 2014-2020. Non è così, anche perché il progetto per L’Aquila propone scelte e modalità di intervento che aiuteranno a ridefinire i campi di azione dei futuri finanziamenti europei e sarà proprio uno strumento che ci aiuterà a stare dentro i fondi strutturali.

D’altra parte si assiste a un fatto paradossale: le stesse istituzioni e gli stessi politici che ci fanno fatto perdere quasi tre anni per una zona franca che non è arrivata, oggi si lamentano sui tempi per i fondi strutturali.Per concludere un’ultima osservazione. Il commissariamento deciso dal precedente governo si è rivelato un fallimento, invece di aiutare i cittadini ha impedito l’avvio della ricostruzione pesante ed ha aumentato i problemi sociali ed economici di questa città. E’ arrivato il momento di tornare alla gestione ordinaria della ricostruzione e del territorio, dando agli enti locali il ruolo che la democrazia e i cittadini assegnano loro.

Il governo Monti, nel riportare il dramma aquilano al centro dell’attenzione nazionale, ci ha informato della sua intenzione di superare la gestione commissariale ed ha avviato il relativo percorso, che però andrà concluso rapidamente. Ma anche qui c’è chi fa finta di non ascoltare".


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