L'Aquila, Vittorini contro Calafati: "Basta colonizzatori supponenti" e appoggia il metodo Ocse

02 Ottobre 2012   12:38  

"Quanto emerge dalla programmazione dello sviluppo della città non può che indurci a constatare due metodi sconcertanti di trattare la questione. 
Il primo è quello dell’amministrazione comunale che non riesce ad andare al di là di astratte dichiarazioni d’intenti, cosa che in buona parte contribuisce a porre la città nello stato che il Prof Calafati ha fotografato nelle sue dichiarazioni del 27 settembre scorso.
Il secondo sconcertante approccio è quello dello stesso Prof Calafati che, fotografando il recente passato del nostro comprensorio (bloccato da tempo soprattutto da una disarmante mancanza di idea di sviluppo, e quindi di obiettivi e progetti) si lancia in una proiezione errata, secondo L’Aquila che vogliamo, sia nel metodo che nel merito."

Dei due metodi parla il consigliere Comunale Vincenzo Vittorini.

"Il metodo di Calafati - spiega Vittorini- somiglia ad un supponente diktat calato dall’alto di uno studio accademico che non si confronta con la Speranza, le Attitudini e la Storia del nostro territorio.
Nel merito il documento del Prof. Calafati si contraddice in molti punti e smonta da solo le conclusioni che tanto stanno facendo parlare in questi giorni. La stessa analisi, le tabelle, e le proiezioni contenute nel documento contraddicono profondamente le conclusioni perentorie del consulente del Ministro Barca.

Ben diverso, nel metodo e nel merito, è il lavoro che l’OCSE sta conducendo da tempo.
Invitiamo tutti a confrontare la documentazione delle due DISTINTE fonti, sfuggendo dalla tentazione di omologazione che sta montando nelle reazioni di questi giorni."

"L’Aquila che vogliamo - continua il suo rappresentante in Consiglio comunale - che con un anno di anticipo ha perseguito il metodo adottato anche dall’OCSE, continua a ritenere che la visione di città futura deve orientare con speranza la definizione di obiettivi e progetti e che non è più prorogabile l’adozione di scelte concrete per lo sviluppo reale de L’Aquila.
Non è più accettabile che la città sia lasciata in balia di colonizzatori che puntualmente, in periodi pre-elettorali, hanno buon gioco nel deserto di idee che caratterizza da anni il governo della città.

A questo proposito vorremmo che si riflettesse sulle conseguenze che comporterebbe l’affidamento dell’intera economia cittadina al settore pubblico che sta dimostrando tutti i suoi limiti nelle recenti vicende legate a finanziamenti, gestione dei ruoli e produttività."

"La storia insegna - conclude Vincenzo Vittorini -che il sistema produttivo forte è quello capace di differenziarsi nella valorizzazione della propria identità."


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