L'Aquila, beffa finale e play off lontanissimi. L'Aquila - Aprilia 0 a 1

I rossoblù finiscono in nove, Gizzi annuncia un repulisti

29 Aprile 2012   20:13  

 

E’ rimasta solo la matematica ad assolvere e confortare L’Aquila. Quinta sconfitta di fila, ottava posizione. A meno di miracoli rossoblù fuori dai play off. Ormai una quasi certezza concretatasi con un pizzico di amarezza, considerata la partita anche abbastanza generosa disputata oggi in dieci contro undici, con un mare di rabbia e delusione, considerati gli ultimi tre mesi di errori, ripicche, scuse, frottole e prese in giro.  

Oggi, almeno, per quanto visto in campo L’Aquila ci ha provato. Nessun tentativo d’ assoluzione, badate bene. Ma se la squadra avesse giocato le ultime dieci, dodici gare con la metà dell’ impegno profuso oggi, i play off sarebbero stati in una botte di ferro.

Alle ortiche un vantaggio larghissimo su quelle che prima erano inseguitrici e che oggi guardano L’Aquila dall’ alto. Talmente largo da far dormire su due guanciali i giocatori e permettere di cullarsi a una dirigenza incapace di prendere decisioni anche nei momenti più bui. Siamo a più ‘tot’ dalla settima, era il motto ostentato con tanta sicurezza. Fin tanto che quel ‘tot’ è andato via via assottigliandosi fino a sparire. Un vantaggio talmente largo, dicevamo, che ad oggi, dopo una parabola incredibilmente discendente e dopo un filotto di cinque sconfitte consecutive, la matematica ancora non condanna L’Aquila. La beffa nella beffa, se si pensa che Fano per L’Aquila potrebbe rivelarsi la sorpresona finale o l’ ultima stazione di una via crucis dolorosissima. Insomma, l’ ennesimo dubbio tra chi invita a schierare la Berretti e chi, irriducibilmente ottimista, esorta a crederci fino alla fine.

Miracoli a parte (L’Aquila vincente, Paganese e Gavorrano perdenti), una stagione buttata alle ortiche. Aspettando l’ ultima puntata, un lungo tunnel di errori ed incredulità. Fino alla difesa inedita e giovanissima di oggi, dettata dal braccio ancora ingessato di Garaffoni e dall’ ultima chicca della telenovela: la fuga di Mirco Ruggiero. Con Prizio in panchina (febbricitante, sembrerebbe) e Leone in tribuna. Così ti capita che nella difesa a tre giochi il giovane mediano Marcotullio che dopo sette minuti, un po’ per errori altrui, un po’ per inesperienza, un po’ per spirito di sacrificio atterra Calderini lanciato a rete e rimedia il rosso.    

Normale che vincere, l’ imperativo dettato oggi dalla curva nell’ unico striscione esposto, e ieri nel duro ma civilissimo faccia a faccia che deve aver spaventato chi il coraggio di giocare certe partite non ce l’ ha, diventi più difficile in dieci contro undici. Figurarsi per una squadra che spesso sembra aver dimenticato come fare le cose più semplici, nonostante il cuore (e le lacrime di coccodrillo) dell’ ultima ora. Tanto che l’ epilogo beffa con il gol di Buonaiuto in pieno recupero assume quasi un sapore scontato.

In sala stampa (articolo a parte) il presidente Gizzi annuncia di voler fare piazza pulita e spera di riuscire a farsi da parte. Chi vivrà, vedrà.

La cronaca. Papagni ridisegna L’Aquila con un 3-5-2. Con Garaffoni ancora ingessato e dopo la frettolosa ‘fuitina’ del povero Ruggiero, difesa inedita con Marcotullio, Simoncini e Prete. Prizio, febbricitante, in panchina insieme all’ acciaccato Carcione. Calvarese e Piccioni esterni, mediana a tre con Agnello, Capparella e Catinali. Attacco affidato al duo Improta – Cavaliere. 

Sette minuti e L’Aquila rimane in dieci: Calderini elude il fuorigioco (le immagini chiariranno se con l’ aiuto della mano), Marcotullio lo spinge fuori area e rimedia il rosso. Papagni non cambia lasciando la difesa a tre, con Capparella leggermente più basso. L’ Aprilia sembra non volerne approfittare, così L’Aquila si fa viva al 17’ con Cavaliere ben invitato da Capparella, mentre al 21’ Calderini sciupa un’ occasione d’ oro sul cross di Iovine. Prima del riposo Croce scheggia la traversa su punizione dal limite.

Nella ripresa Carcione, neo entrato, mette forte in mezzo su punizione, Cavaliere spizza di testa, Simoncini sul palo si ritrova la palla addosso ma manda fuori. Al 30’ ancora Calderini protagonista, mandando di nuovo incredibilmente fuori sul cross di Lacheheb. Ci prova Prete due minuti più tardi, la gran botta dai 25 metri finisce di poco alta. Al 44’ Catinali lancia lungo per Improta che entra in area e viene atterrato, ma l’ arbitro ravvede il fallo di mano dell’ attaccante rossoblù. Al 46’ L’Aquila in nove: Simoncini atterra Buonaiuto al limite e rimedia il secondo giallo. Un minuto più tardi la doccia fredda: Buonaiuto taglia in area e di prima intenzione capitalizza la verticalizzazione di Criaco infilando Testa di sinistro. Giusto il tempo di veder sciupata dallo stesso Buonaiuto l’ occasione per raddoppiare che l’ arbitro manda tutti sotto gli spogliatoi.   

L’AQUILA – APRILIA 0 – 1

MARCATORE Buonaiuto al 47’ s.t.

L’AQUILA (3-5-2) Testa 6; Marcotullio 5, Simoncini 6, Prete 6; Calvarese 5, Agnello 6, Capparella 6 (dal 17’ s.t. Carcione 4,5), Catinali 5,5, Piccioni 5,5 (dal 36’ s.t. Cunzi s.v.); Cavaliere 6 (dal 27’ s.t. Pianese 5), Improta 5,5. (Modesti, Prizio, Perfetti, Pietrella) All. Papagni 5.

APRILIA (4-4-2) Bifulco 6; Gomes 6, Gritti 6, Aquino 6, Carta 6; Iovine 6 (dal 17’ s.t. Salese 6), Cruciani 6,5, Croce 6, Buonaiuto 6,5; Calderini 5,5 (dal 42’ s.t. Criaco s.v.), Pignalosa 5,5 (dal 46’ p.t. Lacheheb 6,5). (Pellegrini, Crialese, Germani, Criaco, Di Mario) All. Vivarini 6.

ARBITRO Soricaro di Barletta 6.

NOTE spettatori 700 circa, incasso 1650 euro. Espulsi Marcotullio al 7’ p.t. e Simoncini al 46’ s.t. per doppia ammonizione; ammoniti Prete, Gomes, Piccioni, Gritti, Simoncini, Cunzi. Angoli 3 a 6. (a.f.)


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