In seguito alle emergenze abitative e sociali, quale conseguenza del catastrofico evento del 2009, si sono delineati nell’aquilano un insieme di aggregati edilizi (in alcuni casi dispersivi e dal notevole impatto ambientale) i quali, avendo il loro centro gravitazionale nella vallata dell’Aterno, si sono espansi nell'ambiente circostante, accrescendo i loro spazi anche nell’altopiano roiano. In virtù di quanto appena esposto, un compito dal quale non possiamo esimerci è promuovere una politica urbanistica che ne rispetti le tradizioni, il paesaggio e ne incentivi lo sviluppo. Uno di questi obiettivi è il completamento dell’edificio comunale antisismico sito a Roio Piano, ubicato nelle vicinanze del consistente insediamento abitativo dei MAP di S. Rufina.
Lo stato di abbandono in cui oggi versa questo manufatto - scrive un lettore di Abruzzo24ore.tv - non trova giustificazione alcuna. Il fabbricato, quello nuovo, ha le tegole scomposte che lasciano esposto alle intemperie una parte del tetto. Questo iniziale degrado, con il tempo, danneggerà l’immobile che si è salvato dal terremoto ma non dall'imperizia dell'uomo. Il progetto esecutivo dei lavori del complesso edile venne approvato con delibera comunale nel dicembre del 2000, e finanziato con fondi pubblici.
E' trascorso ormai più di un anno da quando a Roio Poggio fu organizzata un'assemblea che vide la partecipazione dei cittadini e di alcuni amministratori locali (tra i quali Stefania Pezzopane per il Comune e Giorgio De Matteis per la Regione) che verteva proprio sul recupero di quella struttura a favore di un centro di servizi per la popolazione, cambiandone la destinazione d’uso, poiché il fabbricato era destinato come casa dello studente (pare che quest’ultima scelta non sia praticabile perché economicamente non sostenibile, ma nemmeno è possibile escluderla tout court).
Comunque, tale ed eventuale cambio di funzione non può rappresentare un ostacolo per un futuro utilizzo pubblico dell’immobile (le ipotesi di un suo impiego sono davvero molteplici) per il seguente e giustificabile motivo: nel frattempo c’è stato un terremoto che ha sconvolto l’assetto sociale ed edilizio del territorio.
Il Presidente della Regione, nonché Commissario per la ricostruzione, dovrebbe essere a conoscenza della questione; così come ne è informato il sindaco dell’Aquila che fu sollecitato per trovare una soluzione, già sul finire del 2009, da una rappresentanza degli abitanti del luogo. Non ci si lamenti poi se mancano le residenze per gli abitanti del cratere o per gli studenti (vedi anche la riapertura dell’università a Roio), oppure i centri polivalenti o monovalenti!
Dunque, la su citata area potrebbe essere rivitalizzata anche con un progetto che rivolga lo sguardo verso il sociale, che proprio in questo contesto socio-economico, locale e nazionale, ha bisogno di aiuto per sopperire alla mancanza di strutture laiche idonee ad accogliere iniziative di sostegno nei confronti delle categorie più deboli della nostra società: anziani, persone diversamente abili, innanzitutto. Dopo tutti questi mesi non si è giunti ancora a una conclusione; solo i rovi e le ortiche, che ormai hanno invaso gli spazi adiacenti all'immobile, non mancano al loro appuntamento annuale. Si, forse solo quelle piante hanno qualcosa da reclamare…magari la creazione di un orto botanico!