L'Aquila: due addette Asl a giudizio per corruzione. Il processo il 6 ottobre

L'accusa: appalto a coop che ha assunto figlia della dirigente

05 Maggio 2011   10:10  

Corruzione, è l'accusa ancora tutta da dimostrare, a carico di una dirigente e una funzionaria della Asl, dell'Aquila e del titolare di una Coop.

Attualmente sono sotto processo per un discusso appalto affidato alla società nella quale è stata assunta la figlia della dirigente.
L’inchiesta, sfociata in un processo che si terrà il 6 ottobre davanti al tribunale, è stata avviata da una denuncia che fu presentata da uno dei responsabili della stessa Coop, G.F., di Pescina.

A disporre il processo per Franca Milani, dirigente Asl, è il giudice per le udienze preliminari del tribunale Marco Billi. La Milani, direttore dell’unità operativa di gestione beni e servizi della Asl, è stata la responsabile del contestato affidamento diretto ovvero l’appalto per il servizio di trasporto di farmaci e pazienti all’interno del San Salvatore. Affidamenteo che  mediante la delibera 301 del aprile 2008 il servizio vine assegnato alla Cooperativa Soledaria. In funzione dell'appalto istruito, secondo l'accusa, la Milani avrebbe ottenuto l’assunzione, a tempo indeterminato, nella Coop della figlia. L'attività che Soledaria doveva svolgere consentiva alla cooperativa "di conseguire un ingiusto profitto in quanto il servizio non poteva essere affidato in via diretta e la succitata Coop non poteva gestirlo per mancanza di requisiti". 
La delibera di affidamento, secondo il pm David Mancini, fu istruita e predisposta dall’imputata e dall’ufficio da lei diretto.
Sotto accusa è anche la funzionaria della Asl Giovanna Di Laura di cui ha curato l’istruttoria del procedimento.

Sotto processo  anche il presidente della Coop, Silvio Tatoni il quale otteneva, secondo l'accusa "l’ingiusto vantaggio patrimoniale e assumeva alle dipendenze della Coop" la figlia dell’accusata. Anche per lui l’accusa parla di corruzione.

L'affidamento del servizio a Soledaria, sarebbe stato inizialmente bloccato dai vertici Asl dell'Aquila, ma una valutazione successiva portò a ritenere che l’appalto fosse stato affidato in modo corretto e andò avanti. L'atto della Asl, di fatto, allevierebbe la diretta responsabilità degli imputati.

Secondo la difesa si tratta di un appalto dall'ammontare troppe esiguo, sotto i 20 mila euro.

Altre contestazioni sono state mosse dai difensori sostenendo dubbi sulla fondatezza delle accuse ma alla fine si è deciso per il processo sulla scorta delle richieste del pm.
Nel corso del procedimento penale gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Ernesto Venta, Massimiliano Venta, Vincenzo Calderoni, Rodolfo Ludovici e Roberto Madama.


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