L'Aquila due anni dopo: l'ospedale funziona ancora solo al 70%

05 Aprile 2011   20:07  

Sembra ancora lontano il ritorno alla normalità nelle strutture sanitarie nel territorio aquilano a due anni dal sisma anche se la situazione è migliorata.

L'ospedale cittadino funziona al 70% delle sue potenzialità, le farmacie del centro restano nei container e le strutture territoriali sono ancora quelle provvisorie messe su all'indomani dei crolli.

Lo ha verificato Quotidiano Sanità, il giornale di sanità, che è tornato a visitare la zona e che domani pubblicherà una inchiesta della quale sono state date alcune anticipazione.

C'è chi ha tagliato il traguardo e lavora in un reparto nuovo di zecca. C'è invece chi, dopo aver curato i pazienti per un anno nelle tende, ha conquistato uno spazio nella struttura prefabbricata del G8. Sistemazione "nobile", ma pur sempre provvisoria. E c'è anche chi continua a lavorare nei container e in spazi angusti, come farmacisti e medici del territorio.

L'ospedale San Salvatore funziona ancora al 70%: le camere operatorie sono state tutte riattivate. Utic, cardiologia, pronto soccorso pediatrico e anche la nefrologia, che solo fino a pochi mesi fa era ospitata nei container, hanno trovato una nuova collocazione in reparti completamente ristrutturati.

Tuttavia altre specialità come otorino, oculistica, maxillofacciale, endoscopia e l'ambulatorio dei trapianti sono ancora confinate nella struttura prefabbricata del G8. Una parte considerevole dei 47 milioni di euro ricavati dalla riscossione della polizza assicurativa stipulata dal San Salvatore prima del sisma sono stati risucchiati, secondo l'inchiesta nel fondo indistinto della Asl de L'Aquila, Avezzano e Sulmona, e quelli del fondo nazionale per l'edilizia sanitaria sui quali l'ospedale avrebbe dovuto fare affidamento non sono ancora entrati nelle casse dell'ospedale.

nella foto l'ingresso del nosocomio subito dopo la scossa del sei aprile 2009


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