L'Aquila, l'aggressore del nostro giornalista è anche dirigente Pd

Ma dal partito cittadino solo risate

27 Dicembre 2010   19:18  

La gravità dell'aggressione subita da un nostro giornalista il 23 dicembre scorso durante l'assemblea riunita in piazza Duomo a L'Aquila, da parte di Mauro Zaffiri, è rappresentata da una molteplicità di aspetti.
Il più grave è senz'altro lo spirito intollerante e violento che anima il protagonista del gesto, ma anche altri attivisti della cosiddetta assemblea cittadina: basta infatti rivedersi le immagini registrate pochi istanti dopo l'aggressione, per notare come anche un altro componente del presidio di piazza Duomo - fermato in tempo da agenti della Digos - stava per scagliarsi contro il nostro redattore, reo, lo ricordiamo, di aver espresso, in relazione alle modalità di restituzione delle tasse per i terremotati, una posizione non condivisa dai due.
Oggi la redazione "incassa" la solidarietà dell'Ordine dei Giornalisti per bocca del suo Presidente, Stefano Pallotta, che in una nota ci scrive:

Il giornalista è un testimone dei fatti che accadono e pertanto "la sacralità" del testimone è un elemento intangibile tanto più quanto lo stesso è un giornalista che sta espletando la sua attività professionale.

Aggredirlo significa violare una delle regole fondamentali su cui si regge lo Stato democratico.

Esprimo, quindi, piena e totale solidarietà al collega Signori fatto oggetto di una ingiustificata aggressione.

Solidariatà che è arrivata anche dai coleghi di altre testate, testimoni essi stessi dell'accaduto.

Silenzio, invece, da chi più dovrebbe avere a cuore l'ordine dello svolgimento delle assemblee cittadine, silenzio assordante dai comitati cittadini, dall'assemblea cittadina e dei suoi rappresentanti che pure dei nostri servizi si sono sempre serviti per assurgere al ruolo di interlocutori ufficiali, buoni per ricevere gli allori, ma completamente evaporati nelle responsabilità.

Sia chiaro, oggi lo ha fatto Mauro (che anche io conosco bene da una vita), ma poteva essere Giovanni o Filippo o chicchessia, il fatto è grave, ma ancor più grave è che nessuno lo stigmatizzi e si prenda la responsabilità di emarginare il violento.

Mentre qualche iscritto coraggiosamente ne chiede l'espulsione (lo stesso è esponente della segreteria del PD aquilano), altri hanno espresso privatamente la loro solidarietà come Stefania Pezzopane, Giovanni Lolli e Massimo Cialente.

Altro discorso merita il segretario locale del PD, Francesco Iritale, che ha ritenuto di non formalizzare la sua solidarietà nei nostri confronti e che solo per una nostra telefonata siamo riusciti a sentire.

Forse sarebbe stato meglio non chiamarlo visto che si è limitato ad irridere le mie rimostranze nei confronti del suo iscritto che ricopre anche un ruolo organizzativo nel partito locale.

Siamo ben consci che Iritale non può essere "responsabile" del comportamento dei suoi iscritti, ma ben diversa è la solidarietà a chi subisce l'atto di violenza e "l'allontanamento" di chi la commette.

Risulta ben evidente, poi, il diverso comportamento di chi, in realtà, tiene politicamente il partito come già detto Lolli, Pezzopane e Cialente. Ben vengano i giovani nei partiti, ma questi siano personaggi capaci.

In ultimo un plauso all'Assostampa che nella mattinata di domani invierà in redazione la sua solidarietà ufficiale ed al Consiglio Comunale per bocca del suo Presidente Carlo Benedetti che da subito ha stigmatizzato l'atto violento.

Infine un messaggio chiaro all'assemblea cittadina, noi non siamo più disposti ad essere usati da cassa di risonanza solo per il comodo di alcuni che si autoeleggono capo popolo, se e quando sarà chiaro chi "dirige" l'assemblea avrà la nostra attenzione, fino ad allora per noi saranno tutti normali cittadini, nessuno che dirige, nessuno che parla a nome e per conto degli altri.

AGGIORNAMENTO:

Riceviamo la solidarietà anche di Amedeo Fusco Capogruppo Democratici al Consiglio provinciale dell'Aquila:

Esprimo la mia personale solidarietà e quella del gruppo dei Democratici nel Consiglio provinciale dell'Aquila al giornalista aggredito. Complimentandomi per lo spessore del servizio giornalistico che offrite, mi preme segnalarVi che lo scrivente aveva chiesto il deferimento ai probi viri e l'espulsione di Zaffiri dal giugno scorso, quando lo stesso aggredì il mio amico Antonio Iannamorelli (vice presidente del Consiglio comunale di Sulmona, ndr), mentre interveniva in una direzione provinciale.
Credo che sia arrivato il momento di cacciare dal PD chi si
macchia con simili comportamenti.

foto Marco Giancarli


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