L'Aquila, la Facoltà di Lettere torna in centro il prossimo anno

Parla preside Di Tommaso: resistiamo anche ai tagli

14 Febbraio 2011   08:07  

L'Università ha sempre rappresentato per la città dell'Aquila un motivo di vanto e prestigio per l'alto livello che ha espresso e esprime nel panorama accademico nazionale, nonchè un caposaldo dell'economia locale.
La presenza di oltre ventimila studenti, di cui la metà fuori sede, in una città di settantamila abitanti, ha contribuito ad ammortizzare la grande crisi, soprattutto quella dell'ultimo decennio, seguita alla scomparsa della grande industria, facendo imporre l'Ateneo come l'unica vera grande attività produttiva rimasta.
Nonostante il sisma e tutti i tentativi di destrutturazione che ne sono seguiti, l'Università, si può serenamente affermare oggi, ha tenuto botta.
Ma le difficoltà non mancano. I servizi agli studenti sono praticamente inesistenti, mancano servizi, strutture idonee, posti letto, e la città, che già prima del sisma non era certo fra le più ospitali, oggi offre poco o nulla.
Tuttavia, la cosa che non è mai mancata, neanche in questi due anni, è la voglia di resistere, andare avanti, continuare a crescere.
Come confermano le parole del professor Giannino Di Tommaso, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, oggi delocalizzata in un capannone nel nucleo industriale di Bazzano, ma che - confida il preside in questa intervista esclusiva ad Abruzzo24ore.tv - potrebbe tornare in centro storico, nel nuovo polo umanistico che sorgerà presso l'ex ospedale San Salvatore, già durante il prossimo anno accademico.

Professor Di Tommaso, alcuni paventano la chiusura della Facoltà di Lettere dell'Aquila per motivi legati a fattori economici e normativi: cosa c'è di vero?

La leggenda metropolitana cui allude la domanda ha accompagnato la storia della Facoltà di Lettere e Filosofia dalla sua fondazione, riproponendosi ciclicamente e prendendo a pretesto questo o quell’altro “segnale inquietante”. Ovviamente, il crollo della nostra sede e di tutti gli edifici che ci ospitavano, sommandosi alla situazione difficile in cui versa l’intera città dell’Aquila, ha dato occasione a quella voce di riproporsi, ma va detto subito e con chiara fermezza che essa resta una sinistra, quanto infondata chiacchiera e come tale va trattata.

I recenti provvedimenti legislativi, l’innalzamento dei requisiti minimi necessari per tenere aperto un Corso di Laurea o Laurea Magistrale e i tagli operati a carico del sistema universitario nazionale, hanno su di noi un’incidenza maggiore che per altre sedi, essendo accentuata dai numerosi e noti problemi specifici cui dobbiamo far fronte. Il blocco, non solo delle chiamate di nuovi docenti, ma del normale avvicendamento di quanti vanno in pensione o si trasferiscono, ha la conseguenza inevitabile di impoverire l’organico e di rendere obbligatorie scelte dolorose, che implicano il ridimensionamento dell’offerta formativa, vale a dire del numero di Corsi di Laurea attivi. E tuttavia, malgrado il quadro complessivamente difficile, i tagli che saremo costretti a operare saranno molto limitati e certamente non metteranno a rischio la Facoltà storica dell’Ateneo dell’Aquila.

Come ha reagito la sua Facoltà, in termini di numero di iscrizioni, dopo il sisma?

Il patrimonio di fiducia e di credibilità e il prestigio conquistato negli anni hanno fatto sì che, a dispetto delle pessimistiche previsioni legate alla situazione post-terremoto, le iscrizioni nell’A.A. 2009-10 siano addirittura aumentate rispetto all’anno precedente, per poi scendere quest’anno, peraltro in analogia con quanto avviene in tutte le facoltà di Lettere e Filosofia del Paese. La tenuta complessiva della nostra Istituzione è fuori discussione e la prospettiva di una sede definitiva in centro storico e in tempi non lontani alimenta la convinta speranza di un rilancio della Facoltà, anche in termini di iscritti.

Quando sarà realtà, verosimilmente, il polo umanistico nei pressi dell'ex ospedale San Salvatore, in centro storico, che doveva vedere la luce già da tempo? A che punto sono i lavori?

Non sono ancora in condizione di indicare in modo preciso la tempistica del trasferimento nella nuova sede, ma la vaghezza temporale che ha contrassegnato il lungo e travagliato iter della sua costruzione sembra diradarsi e posso dire, con la prudenza che è d’obbligo in una materia così delicata, che il sospirato passaggio all’ex S. Salvatore avverrà nel corso del prossimo anno accademico.

Nella nuova sede, a differenza di quanto previsto nel progetto iniziale - e per diretto interessamento del Rettore -, disporremo anche di una biblioteca moderna ed efficiente e anche questo non trascurabile elemento ci permetterà di tornare ad essere una Facoltà molto richiesta dagli studenti, come - e speriamo di più – lo eravamo prima del terremoto.

 

di Barbara Bologna e Marco Signori


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