L'Aquila: lo splendido capoluogo circondato dalle montagne

27 Febbraio 2012   13:00  

L'Aquila è un comune italiano di circa 70000 abitanti capoluogo dell'omonima provincia e della regione Abruzzo. E' situata a 721 mt sul livello del mare, circondata dalle catene del Sirente e del Velino da una parte e dal Gran Sasso d'Italia e dai monti della Laga dall'altra. La sua posizione geografica fa di L'Aquila una delle città più fredde d'Italia, il cui clima si caratterizza per inverni molto rigidi e estati miti.

Le origini della città sono antichissime: già prima della conquista romana queste terre erano abitate dai Sabini e dai Vestini. Nel III sec. a.C. nella località dell'odierna San Vittorino, a pochi km da L'Aquila, fu fondata la città di Amiternum, di cui ancora adesso è possibile ammirare i resti del Teatro e dell'Anfiteatro. Il teatro, d'età augustea, ha una cavea con un diametro di 54 metri che sfrutta la pendenza della collina su cui sorge, le gradinate potevano ospitare fino a 2000 persone. L'Anfiteatro, sorto successivamente (I secolo d.C.), era costituito da 48 arcate su due piani, che si aprivano lungo il perimetro ancora oggi visibile, e le gradinate potevano ospitare circa 6000 persone; accanto all'Anfiteatro troviamo un edificio di età tardo-romana con ambienti decorati a mosaico e affresco.

Proprio qui, nell'antica Amiternum, nacque uno dei maggiori storici romani: Sallustio, alla cui memoria gli aquilani dedicarono una statua posta nel centro storico della città, in Piazza Palazzo.

Amiternum fu sede di diocesi insieme alle vicine città di Forcona e Pitinum, acquisendo in tal modo grande prestigio; in seguito, sopravvissuta alla caduta dell'Impero Romano d'occidente, visse un periodo di grande decadenza, fino a scomparire completamente nel X secolo.

Dopo la morte dell'Imperatore Federico II, gli abitanti delle terre del confine settentrionale del Regnum Siciliae, iniziarono a rivendicare la propria indipendenza. Una parte di coloro che risiedeva nei castelli di questi territori, intorno alla metà del Duecento, decise di fondare una nuova città. Secondo la tradizione furono novantanove i castelli che si unirono per formare L'Aquila ed ognuno di essi volle avere la sua piazza con relativa chiesa e fontana.

Molti di essi sono tutt'ora visitabili, come quello di Rocca Calascio: famoso perché usato come ambientazione del film Ladyhawke. Ai castelli si affiancano gli stupendi borghi medioevali, riconosciuti tra i più belli d'Italia, come quello di Castel del Monte e di Santo Stefano di Sessanio.

Nascono così anche i vari quartieri di L'Aquila e alcuni gioielli dell'architettura sacra romanica, quali le chiese di S. Maria Paganica, di S. Giusta, di S. Pietro di Coppito e di S. Silvestro.

Risale a questo periodo la fontana delle 99 cannelle, simbolo della città. Essa fu probabilmente eretta per volontà del governatore Lucchesino Aleta, su progetto dell'architetto Tancredi da Pentima nel 1272, che ne realizzò i primi due lati, come testimoniato dalla lapide posizionata sulla parete di fronte il cancello d'ingresso.

Sotto il disegno di Alessandro Ciccorone, nel 1582, fu costruito il terzo lato che completò i primi due formanti l'angolo. La grande originalità è dovuta ai mascheroni in pietra, tutti diversi tra loro (uomini, donne, satiri, guerrieri e animali) e alla sua forma trapezoidale. La funzione dei mascheroni, secondo la leggenda, sarebbe quella di rappresentare allegoricamente i signori dei novantanove castelli che contribuirono alla fondazione della città. In realtà il numero dei signori della città è certamente minore, così come il numero di mascheroni dai quali sgorga l'acqua è attualmente di novantatre. Altre sei cannelle più piccole e senza alcuna funzione pratica, sono poste poco sotto il parapetto del lato destro, probabilmente per alimentare la leggenda del numero della città. Il fatto poi che non si conosca la sorgente da cui sgorga l'acqua, contribuisce a rendere ancora più interessante e mistica quest'opera.

La fontana è circondata da un elegante muro in pietra e marmo a scacchi bianchi e rossi (gli stessi colori e materiali della Basilica di S. Maria di Collemaggio) tratti dalle vicine cave di Genzano di Sassa.

Sempre in epoca medioevale avvenne l'evento più importante della storia de L'Aquila: il 29 agosto 1294 l'eremita Pietro del Morrone venne eletto pontefice col nome di Celestino V nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, eretta per sua stessa volontà e consacrata nel 1288.

Celestino scelse proprio L'Aquila come sede stabile del suo pontificato e concesse l'indulgenza plenaria a "Quanti, confessati e sinceramente pentiti, dai vespri del 28 agosto fino ai vespri del giorno 29, festa di san Giovanni Battista, avessero visitato devotamente la basilica di Collemaggio".
Fino ad allora, l'indulgenza plenaria era stata concessa solo a favore dei crociati in partenza per la Terra Santa e ai pellegrini che si recavano alla Porziuncola di Assisi.

Generalmente era per lo più un lusso destinato ai nobili, che al tempo potevano pagare per avere uno sconto sulla pena una volta giunti nell'aldilà. A L'Aquila, invece, il perdono sarebbe stato rinnovato annualmente e concesso anche a poveri e diseredati. Questo evento diede nuova linfa vitale alla città: ogni anno centinaia di pellegrini vi si recavano in visita.

Il 29 settembre 1294, la cancelleria papale formalizzò la concessione di Celestino V con l'emanazione di una bolla affidata all'autorità civile della città, che ne garantì la conservazione. Questo fu il primo vero Giubileo della storia, che anticipò di qualche anno quello romano istituito da Bonifacio VIII. Nel 1327 le spoglie del Pontefice eremita furono portate nella Basilica di Collemaggio da Ferentino (Frosinone) e poste in un apposito mausoleo, dove tutt'ora risiedono. Nel XV secolo invece, venne predisposto l'accesso ai fedeli da un portale laterale denominato Porta Santa, ad imitazione del cerimoniale romano. La tradizione popolare vuole che per lucrare l'indulgenza si debba attraversare quella specifica porta, che viene aperta solo in occasione della Perdonanza, ma in realtà la bolla chiede solo di entrare nella chiesa. Da allora ogni anno, durante l'ultima settimana d'Agosto, la città ricorda Celestino con l'evento della Perdonanza Celestiniana. Un grande corteo in costume d'epoca si snoda per il centro della città: la Bolla del Perdono viene portata da Palazzo Margherita (odierna sede del Comune) fino alla Basilica di Collemaggio dalla Dama della Bolla, una ragazza della città appositamente designata. Accanto a lei il Giovin Signore, che reca in mano un ramo di ulivo con cui, una volta giunto davanti alla Porta Santa della Basilica Celestiniana, il Cardinale prescelto dalla Santa Sede batte per tre volte sul portale, ordinando così la sua apertura ufficiale.
Altra figura di spicco nel corteo di cavalieri e gentil donzelle (circa mille figuranti in tutto) è la Dama della Croce, che reca in mano il cuscino su cui è adagiata la croce che il Sindaco dona a nome della cittadinanza al Cardinale Designato.

La Bolla del Perdono resta esposta per ventiquattro ore nella Basilica. Il 29 agosto, una volta avvenuto il rito di chiusura della Porta Santa, essa viene riportata nel Palazzo Civico dal corteo medioevale. Durante la settimana della Perdonanza in tutte le piazze della città si svolgono concerti, manifestazioni e eventi culturali che coinvolgono l'intera popolazione e deliziano i numeroso turisti che affollano le strade del centro storico.

Il XIV secolo si caratterizzò per terremoti ed epidemie che misero a dura prova la città e i suoi abitanti, i quali però non si lasciarono abbattere e ben presto iniziarono la ricostruzione della città.

Il quattrocento segnò l'inizio di un'età d'oro per la città, che prosperò per i suoi commerci, specialmente lana e zafferano, estendendo le proprie relazioni nel Nord Italia e all'estero.

Nel 1428 L'Aquila ricevette da Ferdinando d'Aragona il privilegio della Zecca e con questa il permesso di battere moneta; nel 1458 venne invece fondata l'Università de L'Aquila, destinata a divenire insieme a Bologna, Siena e Perugia, una delle più rinomate d'Italia. Altro evento di importanza non secondaria fu l'arrivo nella città, nel 1482, di Adamo da Rottweill, allievo di Johann Gutenberg, che qui impiantò una delle prime tipografie, assicurando larga diffusione di opere preziose.

In questo tempo la città fu famosa anche per la presenza sul suo territorio di tre grandi santi francescani: San Bernardino da Siena, San Giovanni da Capestrano e San Giacomo della Marca . Alla morte di San Bernardino, avvenuta il 20 maggio 1444 proprio nel capoluogo abruzzese, la cittadinanza chiese e ottenne dal Papa il permesso di custodirne le spoglie. Venne così edificata la monumentale Basilica di San Bernardino, la cui facciata si rifà a uno stile tipicamente rinascimentale. Elegante e maestosa, venne realizzata da Nicola Filottesio detto Cola dell'Amatrice, e consta di una struttura che si articola in tre livelli, in ognuno dei quali si inseriscono quattro coppie di colonne, rispettivamente di ordine dorico, ionico e corinzio. Al centro, troviamo uno splendido portale sormontato da un bassorilievo della Vergine con Gesù Bambino, accompagnata da San Francesco, San Bernardino e San Girolamo da Norcia. La curiosa finestra centrale sopra al portale principale, invece, è una modifica fatta dopo il terremoto del 1703.

Il magnifico soffitto ligneo policromo e dorato fu costruito da Ferdinando Mosca nel 1724, al quale è attribuito anche l'organo monumentale.

La Cattedrale, a tre navate, ospita arredi di rilievo tra cui spicca un coro in legno del Settecento. Capolavoro della scultura rinascimentale aquilana, firmata dal suo più importante esponente Silvestro dell'Aquila, è senz'altro il monumentale Mausoleo di San Bernardino, che trionfa nel cappellone affrescato da Cenatiempo.

Il terremoto del 1462 da un lato e la conquista della città da parte degli spagnoli dall'altro, segnarono l'inizio di un altro periodo buio per la città. Eredità della dominazione iberica è il Forte Spagnolo: imponente castello dalla struttura quadrangolare, che presenta quattro bastioni agli angoli ed è completato da un profondo fossato. La fortezza, la cui costruzione si protrasse per oltre un secolo, attualmente ospita al suo interno il Museo Nazionale d'Abruzzo, con una collezione artistica particolarmente pregevole per quanto riguarda i documenti pittorici e scultorei della regione tra Medioevo e Rinascimento.

Edifici sacri di notevole importanza sono poi le chiese di Santa Maria Paganica, San Silvestro, Santa Giusta che è uno degli esempi più interessanti dello stile romanico in Italia. Tutte queste chiese, come del resto il Duomo (Cattedrale de L'Aquila, fortemente voluta dai cittadini durante la fondazione della città) conservano solo in parte la struttura originaria duecentesca, essendo state molto danneggiate dal terremoto del 1702. Il successivo restauro risente dell'influsso barocco; solo a fine '800 alcuni di questi edifici furono riportati allo stile essenziale che li caratterizzava in origine.

Posteriore al sisma settecentesco è invece la chiesa di Santa Maria del Suffragio. Essa fu edificata nel 1713 come nuova sede dell'omonima confraternita, e sorge a pochi metri dalla Cattedrale del Duomo, con la quale divide la grande piazza antistante. I lavori di costruzione richiesero quasi un secolo: la chiesa venne completata definitivamente solo nel 1805 con la realizzazione della cupola ad opera del Valadier.


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