L'Aquila rinasce dalle macerie

Un primo resoconto del convegno

02 Dicembre 2009   14:09  

'' E' un nostro diritto chiedere al Paese un immenso sforzo economico per ricostruire la città , è un nostro dovere restituire al paese una città modello e laboratorio del terzo millennio''.

Lo ha affermato il sindaco Massimo Cialente, nel corso della tavola rotonda che ha concluso il seminario organizzato dal comune dell'Aquila e dal sito rinnovabili.it ''L'Aquila rinasce dalle macerie''.

Il capoluogo che verrà, hanno spiegato docenti universitari, tecnici e urbanisti, deve essere progettato tenendo conto della possibilità unica di moltiplicare a livelli record l'utilizzo di energia rinnovabile, dal sole, e già quasi tutti i palazzi del progetto case sono dotati di pannelli fotovoltaici, ma anche dalla geotermia a bassa temperatura, che potrebbe bastare a scaldare case già ben coibentate. La nuova frontiera della green economy, ha poi spiegato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza è il risparmio energetico, ovvero la costruzione di abitazioni che non disperdono energia, e L'Aquila davvero può diventare da questo punto di vista un laboratorio a livello planetario. Si è parlato poi delle macerie da rimuovere non si sa ancora come e dove. I numeri sono da capogiro: 4 milioni e mezzo di tonnellate di materiale, 45 milioni di euro il costo del trasporto nelle discariche, 60 milioni per il parziale smaltimento.

Ebbene, una significativa parte di queste macerie può essere riciclata e trasformata in materiale edile utile per ricostruire la città, o anche per bonificare le cave dismesse. Infine è stato spiegato, occorre evitare il consumo ulteriore di suolo nel territorio aquilano che ha già ha perso centinaia di ettari con il progetto Case. Da qui la necessità di utilizzare per l'edilizia di emergenza moduli abitativi removibili, come i container di ultima generazione che potrebbero essere utilizzati per dare un alloggio a centinaia di studenti fuori sede e per parte degli sfollati pendolari ospiti negli alberghi della costa.

Nel  servizio intervista a Francesco Vitiello, direttore generale Tempohousing Italia

 

LA TAVOLA ROTONDA. ALCUNI INTERVENTI

Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila: ''Il nostro dovere davanti al mondo''

Questa non è opportunità, ma un obbligo. Abbiamo il diritto di chiedere al paese uno sforzo economico. e abbiamo il dovere di restituire una città all' avanguardia , una città laboratorio per il basso impatto ambientale. La partita vera sarà però quella di ricostruire il centro storico, come e in quanto tempo. Possiamo realizzare anche i sogni di altre città.''

 

Franco Gabrielli, prefetto dell'Aquila: ''Ricostruzione ai tempi del Nimby''

''In questi mesi metteremo le basi della città futura. E' questo più del rischio delle infiltrazioni criminali, il problema e il tema da affrontare. Vedo poca partecipazione da parte della cittadinanza, c'è un deficit di partecipazione da parte dei cittadini. Ce la suoniamo e ce la cantiamo, noi istituzioni. Con questi ritmi ci vorranno 50 anni per rimuovere e smaltire le macerie. Il problema è che ci sono troppi vincoli nella normativa europea. Inoltre un ostacolo è rappresentato dal fatto che siamo il paese del Nimby, non in my backyard, che significa: ''va tutto bene ma non a casa mia''. Dico questo perchè a L'Aquila serve discarica per i rifiuti solidi urbani entro primavera altrimenti dopo

Stefania Pezzopane: ''L'Aquila rinasce dalla testa''

''E' vero, c'è un problema di partecipazione, ma va anche detto che ci sono 20mila persone sulla costa, non abbiamo più gli studenti, ora in gran parte pendolari, che sono linfa vitale di partecipazione, infine va anche detto che la partecipazione è stata scoraggiata, non ha sortito effetti. Bisogna coinvolgere di più i cittadini nelle scelte della ricostruzione, ma per davvero, L'Aquila infatti non rinasce dalle macerie ma dalle teste. Se invece riparte dagli egoismi si divide, si spacca. Dobbiamo anche superare l'isolamento, migliorare i collegamenti con Roma, che è  ad un passo, ma che prima del sei aprile sembrava lontana anni luce. Dobbiamo costruire poi una città in rete, con un cablaggio all'avanguardia, possiamo diventare il cento medioevale più cablato del mondo. Il problema delle macerie è drammatico. La gente in Italia non lo sa, in televisione non si capisce. Ho una proposta: perché non facciamo partecipare i cittadini proprietari reali delle macerie agli eventuali profitti dell'opera di riciclaggio delle stesse. E' un quantitativo superiore ai tre milioni di metri cubi.

Daniela Stati, assessore regionale all'ambiente: ''La verità sulle macerie''

''I fatti sulle macerie sono questi. I sindaci dovevano individuare siti di stoccaggio, e i sindaci non ci sono riusciti, hanno incontrato grosse difficoltà. Il problema è stato sottovalutato da tutti. Abbiamo così individuato siti in tutta la provincia, è stato pubblicato un bando per enti e per imprenditori che hanno cave che possono essere ripristinate ambientalmente proprio con questi detriti. Ora è operativo soltanto il sito l'ex-Teges dove arrivano piccole quantità. Comunque le macerie sono dove e tra un po' nevica e il problema diventerà ancora più grave a primavera. Giovedi provvederemo ad accelerare sull'individuazione dei siti di stoccaggio. Serve poi un discarica per i rifiuti solidi urbani, non possiamo ritrovarci come Napoli.''

Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente: ''Non solo case''

''E' vero che le macerie sono uno risorsa, ma ora sono solo un ostacolo alla ricostruzione. Ricordo a tal proposito una cosa: le ecomafie proliferano nel ciclo del cemento e nel ciclo dei rifiuti, le macerie sono esattamente la summa di questa filiera. Temiamo che vogliono entrare nel mercato dello smaltimento delle macerie, e i primi guardiani della legalità devono essere i cittadini.

A L'Aquila si può fare economia con il risparmio. Perché risparmio energetico significa innovazione, nuove aziende, lavoro per i giovani e indotto economico. Consumando meno, non di più. A L'Aquila non si può certo ricostruire come si costruiva prima. E ricostruzione non significa costruire case e basta. 'Non solo case'' deve essere lo slogan, pensando ai disastri compiuti nella ricostruzione del Belice. Più case significa anche più cave, cioè devastazione del territorio. Le cave va poi sottolineato pagano canoni di sfruttamento ridicoli. Solo con un canone pari a quello pagato invece in Inghilterra, le regioni incasserebbero in Italia 500 milioni di euro l'anno in più. Per quanto riguarda le discariche dei rifiuti: l'Aquila prima di una nuova discarica ha bisogno di molta raccolta differenziata. E in questa prospettiva bisogna progettare i nuovi edifici, o quelli da ristrutturare pensando a spazi dove collocare i cassonetti della differenziata.''

 

 


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