L'Aquila: sequestro manufatto, esiste un'altra inchiesta "madre"

14 Febbraio 2011   12:44  

Il sequestro del manufatto in via Di Vincenzo potrebbe essere solo una parte di un’inchiesta molto più complessa e ampia. Una sorta di operazione civitta.

Insieme al sequestro dell'immobile sono partiti, lo ricordiamo, 12 avvisi di garanzia:  agli assessori comunali Marco Fanfani,  attività produttive ed Ermanno Lisi, Opere Pubbliche.Analoghi provvedimenti per il comandante della polizia municipale, Eugenio Vendrame, Aldo del Beato, proprietario del terreno e amministratore unico della ditta esecutrice "Aldo del Beato & Company srl", Marco Del Beato, direttore tecnico e direttore dei lavori della stessa ditta, Rosa Dorotea Margiassi, contitolare della ditta Del Beato, Giorgio Del Beato, procuratore generale della stessa ditta, Marzia Del Beato con analoga qualifica.

Ancora avvisi di garanzia per Carlo Bolino e Renato Amorosi, dirigenti del settore Opere Pubbliche, Lucio Nardis, dirigente dello sportello unico per le attività produttive e Tiziana Moro, membro della conferenza dei servizi in rappresentanza dell'ufficio tecnico del Comune.

E' il quotidiano Il Messaggero a rivelare che l'inchiesta sarebbe di uno stralico di una più ampia:  il Fabio Picuti, titolare dell’inchiesta, avrebbe infatti ammesso lo stralcio delle posizioni dell’assessore comunale ai lavori pubblici Ermanno Lisi e dell’imprenditore del capoluogo Aldo Del Beato da un altro filone investigativo, definito ‘madre’, del quale al momento non si sa nulla.

Le intercettazioni del Servizio criminalità organizzata della Questura dell’Aquila rivelerebbero che già a metà del mese di agosto l’assessore alla ricostruzione Piero Di Stefano avesse chiesto chiarimenti  all’assessore Lisi e al dirigente dell’ente Carlo Bolino, circa il manufatto di Del Beato. In particolare in unos tralico di intercettazioni Bolino, parlando di Del Beato con Lisi al telefono, avrebbe dichiarato: “Il problema è che poi gli abbiamo sospeso il procedimento..è venuto Del Beato, avvelenato, venne a litigare con me e Amorosi (un altro dirigente del Comune) e gli dicemmo ‘se vuoi aprire tu devi fare i parcheggi in più perché quelli non mi piacciono, non mi bastano con la scusa dell’Università. Lui mi disse ‘ma scusa perché la debbo pagare io l’università che si è messa lì e non ha i parcheggi?’. Gli ho detto che a me non me ne frega niente, chi arriva per ultimo è come il pittore, se la prende in tasca”.

 Bolino continua: “Quindi lo abbiamo costretto a fare una cosa e lui per...autorizzazione... non può cominciare i lavori per il commerciale se non fa prima l’area parcheggio, lo abbiamo incaprettato noi”.

Un' altra intercettazione permette di conoscere la cvonversazione tra il consigliere comunale Vincenzo Rivera, componente della commissione urbanistica, che si sfoga con l’assessore Di Stefano dichiarando di “essere stufo del modo di fare dell’assessore alle attività produttive Marco Fanfani, accusato di fare, con il suo modo di operare, un vero e proprio proselitismo politico”. “È l’unico che ci guadagna” dice ancora Rivera.


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