L'Expo 2015 Svuota Milano, nei Padiglioni si Ride, ma nei Locali Cittadini si Piange

24 Giugno 2015   10:23  

Incredibile a dirsi, ma l'Expo 2015 sta "rovinando" Milano, città cosmopolita fatta di centri di aggregazione, locali notturni, ristoranti, caffè del mattino e vita sociale di piazza.

Il clamore della manifestazione mondiale accentra tutti i turisti che visitano il capoluogo lombardo nelle aree dell'Expo e lasciano solo le "briciole" ai locali e ristoranti del centro milanese.

I ristoratori del sito espositivo a Rho-Pero festeggiano gli oltre 20 milioni di fatturato in circa 50 giorni, mentre le trattorie e i bar della città sono pronti alla serrata tra fine luglio e agosto per limitare le spese.

«Se non arrivano i clienti è inutile rimanere aperti - ammette Giuseppe Gissi, vicepresidente Epam (l'associazione dei pubblici esercizi) - ci siamo preparati all'estate mandando i dipendenti in ferie anticipate, assumendo altro personale che sapesse le lingue straniere, facendo nuovi investimenti per migliorare le nostre attività, ma i riscontri promessi non ci sono. Expo sta mangiando Milano».

Un vero e proprio grido di dolore che parte dall'intero mondo della ristorazione e che non tocca solo i ristoranti stellati del capoluogo.

Lamentano un calo di fatturato dal 10 al 15%.

Si salvano i locali alla Darsena - in tutto il suo splendore dopo la riqualificazione - i banchi di street food al moderno mercato metropolitano e i risto chic extralusso in suggestive location, come la terrazza alla Triennale affacciata al Parco Sempione, destinati alla clientela più facoltosa. Tutti gli altri, spesso a conduzione familiare, dove in cucina si trova ancora il proprietario, sono in crisi.

Gli esercenti accusano Expo «di concorrenza sleale e devastante» e non accettano l'apertura extra long fino alle 24, quando si possono ammirare gli show e sono accessibili solo i ristoranti, visto che i Padiglioni chiudono alle 20. È preoccupato il presidente di Epam, Lino Stoppani: «Sono passati già due mesi e dell'effetto Expo non c'è traccia. Nel 2014, in vista dell'Esposizione, sono stati aperti 112 nuovi esercizi, ma per ora il quadro è deludente».

E ancora: «Non si sente più parlare della Carta di Milano e dei temi etici che dovrebbero interessare tutti, come se fosse diventato una grande sagra». Se il trend non cambierà, il 31 ottobre - quando sul sito calerà il sipario - si tireranno le somme. «Dobbiamo correre ai ripari o saranno dolori. Expo ci venga incontro chiudendo alle 19», chiosa Gissi.


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