L'Udu: ''Giù le mani dall'Università aquilana''

Si temono traferimenti definitivi a Celano

11 Maggio 2009   12:40  

Quale sarà il futuro delL'Università aquilana? Gli studenti dell'Udu temono una subdola spoliazione da parte di Celano. Un primo tangibile segno di conflitto territotoriale che potrebbero segnare ed avvelenare il già difficile post-terremoto. Ecco quanto oggi  scrive l'Udu in un comunicato stampa:

"L'ambizione universitaria della "città di Celano" ha origini nel 2006 quando l'allora Sindaco Piccone riesce nell'obiettivo di far costituire il "Consorzio Universitario". L'Università, il Comune di Celano, una banca e qualche azienda, tra le quali si ricorda la KROMOSS (della famiglia Piccone, ndr) aderiscono al progetto.
Celano però finisce per essere una delle tante protesi inutili del Sistema Universitario post-riforma, frutto di interessi intrecciati tra localismi, politica e settori di corpo docente.

E finisce tra le sedi-scandalo. Il Messagero (8 Novembre 2008, Marincola), Il Corriere della Sera (11 Dicembre 2008, GianAntonio Stella), il Ministro Gelmini (Tg2, 11 Dicembre) indicano lo scandalo-Celano; inevitabile l'ingloriosa chiusura del corso di laurea, chiusura approvata dal CdF di Ingegneria, nonostante il vano tentativo di "resistenza" del Preside durante il Consiglio di Facoltà.
Arriva però il terremoto dell'Aquila a riaprire i sogni di Celano, Piccone & Co.
Tutte le Facoltà riuniscono il primo CdF nella città dell'Aquila, come gesto altamente simbolico; tutte tranne Ingegneria che il Preside Foscolo convoca invece all'ormai sede "in chiusura" di Celano e precisamente al "Don Minozzi", Via del Castello, Centro Storico di Celano.
Evidentemente un grande gesto simbolico anche questo, tanto che è permesso, proprio nell'ambito del Consiglio di Facoltà del 21 Aprile, il mini-comizio dell'ormai Senatore Piccone (Pdl).
Un sindaco a fare i saluti si sarebbe forse spiegato come gesto istituzionale, un Senatore è una vergogna senza fine per un consesso accademico. E il Senatore (il vero padrone di casa?) afferma: "e' inutile nasconderlo, l'Università sarà una opportunità per Celano e per la Marsica".

Il terremoto è dunque una seconda chance, una grande occasione per Celano. Anzi una doppia occasione.

La politica rivendica che Celano al contempo sia considerata al pari dell'Aquila città terremotata.
Accoglie dalla città terremotata l'Università, ma chiede di essere terremotata allo stesso modo.
A leggere i dati potrebbe non avere tutti i torti. Pur trovandosi molto distante dall'epicentro registra incredibili danni: "oltre trenta le famiglie sfollate, tre i luoghi liturgici, inagibili e molti i danni riportati dalle strade... Tende, brandine e coperte sono state consegnate dalla Protezione Civile. Tante le famiglie costrette ad abbandonare la propria abitazione per problemi di stabilità e tante altre le case che hanno riportato dei danni. Ad essere colpito è stato soprattutto il centro storico, via Muranuove, via Aquila, dove ci sono ancora le macerie e le auto rimaste coinvolte. Chiuse tutte le chiese: San Giovanni, Sant'Angelo e San Francesco, fortemente lesionate. Anche il Castello Piccolomini, simbolo di Celano, è stato chiuso per delle lesioni interne. " (tratto da TerreMarsicane)
Il Senatore Lusi (Pd, par condicio) afferma: ""con più di cento persone sfollate e con il centro storico fortemente lesionato ha pieno titolo per essere considerata compresa nel piano di aiuti del Governo per le zone terremotate".
Il Comune di Celano si prodiga "a seguito degli ingenti danni procurati dal terremoto del 6 aprile al patrimonio artistico e architettonico della Città, il Commissario Straordinario, dott. Mauro Passerotti, ha istituito con apposita delibera, l’attivazione di un numero di conto corrente postale e la destinazione del 5 per mille della dichiarazione dei redditi al Comune di Celano per far confluire fondi al fine della ricostruzione del patrimonio danneggiato. Le iniziative sono denominate "COMITATO PRO TERREMOTO" a sostegno del Comune di Celano" (14 Aprile 2009, Sito Ufficiale del Comune di Celano).
Si chiedono i soldi della protezione civile per la ricostruzione di Celano, essendo distrutta; si offrono sedi dell'Università, essendo integra e capace di ospitarla, e addirittura si chiedono le donazioni al popolo italiano per interventi a sostegno del Comune. Sarà per questo che il Comitato istituito non è stato chiamato "per l'Emergenza" o "pro-terremotati", ma semplicemente e onestamente "Comitato PRO-TERREMOTO".

L’Università a Celano non è solidarietà, è la grande occasione per un progetto localistico, di stampo politico- territoriale. Peccato che si usi il terremoto, che sia ai danni dell’Università dell’Aquila e dei suoi studenti, che non serva a risolvere i problemi dei cittadini di Celano colpiti dal terremoto."

 

Nella foto di Jacopo Arpetti Palazzo Carli, la sede del rettorato.


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