L'Università "D'Annunzio" rivuole indietro 14 milioni di indennità non dovute

Caso curioso, quello che sta consumandosi presso l'Università "Gabriele D'Annunzio" di Chieti-Pescara, che vede protagonisti da una parte l'amministrazione e dall'altra i dipendenti.

Il direttore generale dell'ateneo Filippo Del Vecchio ha infatti provveduto ad avvisare via mail ben 330 dipendenti che negli ultimi 10 anni avrebbero incassato stipendi con indennità accessorie non dovute, per la precisione Ima (indennità mensile di ateneo), le progressioni orizzontali di carriera e i contratti Cel (collaboratori esperti linguistici), poiché sarebbero state corrisposte senza l'apposito fondo di bilancio.

Nella mail Del Vecchio ha dunque specificato che l'Unich ora rivuole indietro l'equivalente di tali indennità, che andrebbe ad attestarsi complessivamente intorno a ben 14 milioni di euro: in altri termini, i 330 dipendenti che ne avrebbero beneficiato dovrebbero ora restituire tra i 30.000 ed i 40.000 euro a testa.

"Una vostra prima domanda potrebbe chiedere perché il fondo non era stato costituito da chi ne aveva la responsabilità" - si legge nella mail inviata dal dg Del Vecchio - "e me lo chiedo anche io. All'epoca, quando le sopra accennate restrizioni delle leggi finanziarie non erano ancora intervenute, sarebbe stato semplice immettere gli importi necessari nel fondo e motivarli anche alla luce del fatto che, all'epoca, la situazione di bilancio dell'ateneo non presentava problemi. Ma appare ancora più strano che l'operazione non sia stata fatta nemmeno successivamente quando, dopo che l’ispezione 2002 aveva evidenziato la carenza, si era liberi dalle limitazioni della legge finanziaria del 2006".

Al di là di come fossero andate effettivamente le cose, per i 330 dipendenti si profila quindi il rischio di un vero e proprio salasso, ipotesi contro cui i sindacati hanno già preannunciato ferma opposizione. A rischio ci sono oltretutto anche i posti di lavoro dei 29 collaboratori linguistici, per i quali sembra essersi allontanata la possibilità di stabilizzazione.