L'appello della Cisl Abruzzo-Molise: "La politica sostenga le aree di crisi"

07 Ottobre 2013   15:26  

L'andamento economico, in questi anni, vede indebolito il tessuto produttivo dell'Abruzzo: infatti le esportazioni, che esprimono il tasso di competitività di un territorio, nel II trimestre 2013 segnano livelli negativi (-2,0%).

La situazione delle aree di crisi, in questo contesto, risulta più drammatica e senza una prospettiva di ripresa.

"Ad oggi solo la Valle Peligna, in base al Piano di rilancio che va celermente concordato con gli attori locali, entro il mese di dicembre vedrà realizzarsi un Accordo di Programma Quadro previsto dal Pacchetto di risorse Presto 2", dichiara il Segretario della CISL Abruzzo-Molise, Maurizio Spina.

Invece, prosegue Spina, "per le altre aree di crisi regionali, Val Sinello, Val Pescara e Val Vibrata, nonostante l'impegno e l'importante lavoro delle Parti sociali e delle Istituzioni locali, la Regione non prevede nessun impegno specifico, per fronteggiare le conseguenze della crisi e promuovere lo sviluppo, dando speranza alle popolazioni interessate".

Il perdurare della crisi in queste aree sta aggravando le situazioni economiche ed occupazionali: in Val Pescara il processo di reindustrializzazione di Bussi è fermo mentre il Cementificio di Scafa si avvia alla chiusura; é fallito il processo di rivitalizzazione della Val Sinello e per il tessile la situazione rischia di farsi pesantissima; il licenziamento dei dipendenti dell'azienda Atr in Val Vibrata ha vanificato tutti gli sforzi per una possibile ripresa di questa importante ed innovativa realtà produttiva e reso più fragile la tenuta delle piccole e piccolissime aziende del territorio.

"In queste realtà vanno previste risorse specifiche da reperire attraverso la rimodulazione dei fondi FAS, anche per non vanificare il lavoro già svolto dalle parti sociali e dalle istituzioni locali. Infatti sono stati predisposti, progetti specifici di rivitalizzazione delle aree interessate", continua Maurizio Spina. "La strada di assegnare un maggior punteggio alle aziende che investono su queste aree nei bandi regionali sui fondi europei, non ha dato i risultati attesi e bisogna prenderne atto, stanziando 8/10 milioni per ogni area di crisi. Va garantito l’impegno di tutti gli attori che le risorse devono essere impegnate presto e bene, altrimenti va alla Regione l’impegno di intervenire direttamente sulle scelte da realizzare".

"Venga convocata", conclude il Segretario, "la consulta del patto per lo sviluppo in modo da approvare gli interventi previsti dal pacchetto Presto 2, prevedendo modalità e tempi per le altre aree di crisi regionale".


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