L'arcivescovo Molinari: "Dopo i danni del terremoto quelli dell'odio politico"

L'Aquila due anni dopo

05 Aprile 2011   18:59  

"Il periodo dell'emergenza e' stato gestito abbastanza bene, mentre quest'altra fase della ricostruzione tarda a partire". Fotografa cosi' la situazione seguita al terremoto mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo dell'Aquila, in un'intervista alla Radio Vaticana. Ad ostacolare la rinascita della citta' ci sono, denuncia il presule, "tanti disaccordi, tanti contrasti, tanti ritardi, tanta burocrazia assurda, soprattutto tante divisioni politiche".

"Io - sottolinea il presule - ho scritto anche 'odio politico', perche' purtroppo a volte si tocca con mano che si tratta anche di questo". "L'ultima lettera pastorale - ricorda mons. Molinari - l'ho scritta proprio sulla speranza, per invitare tutti, almeno i cristiani, a non perdere la speranza, ad essere portatori di speranza anche per gli altri, perche' c'e' purtroppo questo pericolo di una tentazione forte contro la speranza, il pericolo di scoraggiamento, di arrendersi, di bloccarsi".

"Bisognerebbe - auspica l'arcivescovo dell'Aquila - cominciare dai cristiani a creare questo clima nuovo di rapporto pieno di fiducia, di dialogo, questo clima costruttivo, questo cercare insieme di conoscere ed affrontare i problemi". "Nessuno puo' negare - conclude - che la situazione sia complessa, nessuno pretende gesti miracolosi, nemmeno dagli amministratori, dalla politica, dalle autorita' Sappiamo che i problemi sono tanti, sono grandi, sono complessi pero' occorre dare almeno un segnale che questa ricostruzione si sta iniziando. Si dovrebbe ripartire. Speriamo che si incominci, anche perche' la gente ha bisogno di questi segni concreti di speranza".


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore