L'associazionismo si mobilita per la manifestazione del 4 Aprile

02 Aprile 2009   16:53  

In occasione della manifestazione nazionale indetta dalla Cgil per il 4 aprile, alcune organizzazioni hanno promosso un appello unitario per invitare il mondo dell'associazionismo, dei movimenti e della società civile organizzata a partecipare in modo forte e visibile alla mobilitazione.
E' necessario infatti, secondo i promotori, che ciascuno faccia il massimo sforzo per dare al paese il segnale che si sta realizzando un'ampia alleanza sociale che chiede maggiori tutele ed equità di fronte alla grave situazione economica e che si oppone alle tentazioni autoritarie che la crisi porta con sé, da cui non è immune il nostro Governo.

Di seguito il testo integrale dell'appello.

 IL 4 APRILE IN PIAZZA CON LA CGIL

"Il mondo è attraversato da una crisi drammatica, tutti i governi si mobilitano, il Governo italiano pensa ad altro. Un governo che non decide è un governo che vuole scaricare i costi della crisi su lavoratori e lavoratrici, su pensionati e pensionate, sui giovani. E' la risposta sbagliata. Nella crisi servono più tutele sociali, non meno". "Futuro sì, indietro no. Giù le mani da salari, pensioni, libertà e diritti. Insieme per costruire un futuro diverso, più democratico, più giusto e solidale".

Su queste parole d'ordine la CGIL chiama alla mobilitazione nazionale. Un grande corteo il 4 aprile attraverserà le vie di Roma per finire al Circo Massimo. Tutto questo, ovviamente, ci riguarda. Ciascuna delle nostre organizzazioni e reti è impegnata, con le proprie specificità e le proprie proposte, per gli stessi obiettivi.

Insieme, facciamo appello per una presenza forte e visibile dell'associazionismo, dei movimenti e della società civile organizzata nel corteo. Crediamo sia la migliore risposta al tentativo del Governo di dividere e isolare il sindacato, costruendo contrapposizione artificiose fra sindacato e cittadinanza. Al contrario, già in tante città italiane le manifestazioni sindacali hanno coinvolto in queste settimane non solo i lavoratori ma tutta la comunità, ed è importante che questo stesso segnale di unità e solidarietà si realizzi a Roma, in un corteo che avrà oggettivamente una grande valenza politica.

La disoccupazione sta aumentando a livelli vertiginosi, così come il ricorso alla cassa integrazione. Una grande quantità di lavoratori e cittadini non può accedere ad alcuna misura di sostegno e milioni di famiglie, non solo povere ma anche di ceto medio, stanno affrontando un periodo drammatico. La contrazione forzata dei consumi si ripercuote, in un sempre più grave circolo vizioso, sui produttori grandi e piccoli.

Eppure viviamo in un paese ricco, dove esistono risorse sufficienti per resistere alla crisi e per uscirne addirittura migliorati, impostando su basi più eque e sostenibili produzione, consumo, diritti individuali, relazioni sociali e legami comunitari. Bisogna però avere la volontà, e gli Stati Uniti di Obama dimostrano che è possibile, di operare una seria redistribuzione della ricchezza che negli anni passati è stata accumulata, accaparrata, occultata da pochissimi a scapito della stragrande maggioranza dei cittadini e delle cittadine.

Una società più equa è la condizione per una società più libera dalla paura, dalla competizione per la sopravvivenza, dalla guerra fra poveri. Sappiamo che se la crisi invece sarà usata per alimentare ulteriori diseguaglianze, tutto il vivere civile sarà messo più a rischio di quanto già non accada, consegnando intere fette di popolazione al populismo, al razzismo,all'oscurantismo.

La storia ci ha già dimostrato che dalle grandi crisi di sistema si può uscire in modi assai diversi: con più democrazia o più autoritarismo, con più diritti o più ingiustizia, con più libertà o più sfruttamento. E crediamo di avere il dovere, per rappresentare degnamente i nostri soci, i nostri aderenti e quelle parti di società che a noi guardano, di farci parte integrante ed attiva della più ampia alleanza sociale per resistere alle tentazioni totalitarie che la crisi globale porta con sé e di cui il Governo italiano è uno dei portatori più convinti.

Per questo invitiamo davvero ciascuno a fare il massimo sforzo perché la manifestazione del 4 aprile dia a tutto il paese il segnale che questa alleanza esiste e che può fornire un punto di riferimento a tutti coloro che stanno vivendo con crescente sofferenza questi tempi duri, non solo difendendo chi ha maggiori problemi ma anche indicando, per tutti e tutte, la via per un futuro e un paese migliore.

Adesioni:
ARCI - Arcigay - AIAB (Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica) - ANCeSCAO - ANPI Provinciale Modena - Arciragazzi - ARCI Servizio Civile - Associazione culturale "Casa dei popoli" - Associazione "Giuristi Democratici" - Associazione Libera Taranto - Associazione per la Pace - Associazione "Theatre Rom" - Associazione Unaltralombardia - Ataorganizzati - Auser - Auser Territoriale di Ravenna - CNCA - Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute - Cortili di Pace - Disoccupati Adulti - Federazione "Città sociale" - Federconsumatori - ForumAmbientalista - Forum del Terzo settore del Lazio - Gruppo Abele - Legambiente - LIBERI PENSIONATI RADICALI IN MOVIMENTO PER LA DIFESA DELLA LIBERTA' - Lunaria - Materiali Resistenti - Movimento Antirazzista di Catanzaro - Rete degli studenti medi - Scuola di Pace - UCCA - Unione degli Studenti - Un ponte per… - UISP 

FIAMMATA CGIL: IN ABRUZZO LA SITUAZIONE PRECIPITA

La situazione produttiva e occupazionale della Regione Abruzzo "sta precipitando. I dati sull'aumento delle ore di cassa integrazione erogata dall'Inps registrano una difficoltà drammatica del nostro tessuto industriale e dei servizi (più 204% da un anno all'altro, vedi Tabella allegata)". Lo dice in una nota Luigi Fiammata, responsabile Dipartimento Mercato del Lavoro della Cgil Abruzzo. Secondo la Cgil "i dati Inps però non registrano tutte le situazioni in cui non intervengono gli ammortizzatori sociali: tutto il lavoro precario e a termine; tutti i settori in cui non é possibile accedere alla cassa integrazione (commercio, artigianato, trasporti, cultura ecc.): migliaia di persone che dall'oggi al domani si trovano senza lavoro, senza tutele e reddito, senza prospettive - spiega Fiammata - Né vanno dimenticati quei lavoratori che hanno utilizzato al massimo gli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla legislazione ordinaria ed ora vedono solo lo spettro della disoccupazione". Ed è proprio per i lavoratori che non hanno diritto al sostegno al reddito, secondo la legislazione vigente, che "il CICAS della Regione Abruzzo (Comitato di intervento sulle crisi aziendali e di settore, composto da sindacati e datori di lavoro, dalle Province e dalla Regione), può intervenire attraverso lo strumento della Cassa Integrazione in deroga, una indennità mensile che spesso è l'unico reddito di una famiglia". Secondo la Cgil ad oggi lo Stato mette a disposizione dell'Abruzzo la stessa somma di tutte le altre regioni italiane, 10 milioni di euro, una cifra "spaventosamente insufficiente rispetto alle necessità poste dalla crisi". E' quindi necessario, "vitale" per Fiammata, che il presidente della giunta regionale ponga al Governo nazionale l'esigenza di avere una quantità di risorse superiore rispetto a quella stanziata. Con i 10 milioni di euro previsti, l'Abruzzo non è in grado di far fronte alle crisi, con conseguenze sociali devastanti


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