L'estrazione di idrocarburi aumenta il rischio sismico

16 Aprile 2014   11:13  

Dal rapporto internazionale ICHESE della Regione Emilia Romagna una lezione e un allarme che vale anche per l'Abruzzo. Esistono solide evidenze scientifiche che indicano che le varie attività connesse allo sfruttamento degli idrocarburi, sia solidi che gassosi, possono provocare terremoti.

Addirittura, alcune delle scosse che si sono verificate in Emilia Romagna nel 2012, potrebbero essere state determinate proprio da una variazione nelle attività di sfruttamento petrolifero in una vicina concessione.

La Regione Emilia Romagna pretese nel 2012 dalla Protezione Civile la realizzazione di uno studio specifico sulla possibilità che lo sciame sismico potesse essere correlato con l'estrazione di idrocarburi.

E' nata così la INTERNATIONAL COMMISSION ON HYDROCARBON EXPLORATION AND SEISMICITY IN THE EMILIA REGION formata da eminenti studiosi: Peter Styles, Chief of the Commission ,Professor of Applied Geophysics, Keele University, Keele, Staffordshire, United Kingdom. Paolo Gasparini, Secretary of the Commission Professor Emeritus of Geophysics, University of Napoli “Federico II”, Napoli, Italy, Chief Executive Officer of AMRA Scarl (Analisi e Monitoraggio del Rischio Ambientale), Ernst Huenges Head of Section Reservoir Technologies at GFZ (Deutsches GeoForschungsZentrum), Potsdam, Germany. Paolo Scandone Retired Professor of Structural Geology, University of Pisa, Pisa, Italy, Stanislaw Lasocki Professor of Earth Sciences, Head of Department of Seismology and Physics of the Earth’s Interior, Institute of Geophysics, Polish Academy of Sciences, Warsaw, Poland. Della Commissione faceva parte anche Franco Terlizzese, direttore del Ministero dello Sviluppo Economico e noto fautore della deriva petrolifera anche in Abruzzo.

Ieri il Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani si è deciso finalmente a presentare, con notevole ritardo, le conclusioni del rapporto che erano state anticipate da autorevoli riviste scientifiche di livello mondiale. Il rapporto è scaricabile ora dal seguente link:

http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/geologia/notizie/primo-piano/commissione-ichese-on-line-il-rapporto-integrale

Si legge nel rapporto: "Queste valutazioni indicano che l’attività sismica immediatamente precedente il 20 maggio e l’evento principale del 20 maggio sono statisticamente correlati con l’aumento dell’attività di estrazione e re-iniezione di Cavone."

Da anni l'intero movimento che si batte contro la deriva petrolifera chiede, senza alcun risultato, alla Regione Abruzzo, una delle aree più sismiche del paese, di dotarsi di un gruppo di esperti indipendenti per affrontare in maniera adeguata la deriva petrolifera, visto che il Governo vuole far diventare l'Abruzzo un distretto minerario per gli idrocarburi.

I problemi di sismicità sono estremamente seri e riguardano non solo il petrolio ma anche l'estrazione di gas e il suo stoccaggio (ricordiamo che nell'area del Fiume Treste la STOGIT ha uno degli impianti di stoccaggio più grandi del paese e che vuole aumentarne la capacità alzando la pressione). Il Comitato VIA regionale potrebbe giovarsi di autorevoli collaborazioni per i propri pareri.

Ora, dopo la pubblicazione del rapporto, la Regione Emilia Romagna ha bloccato le nuove richieste per lo sfruttamento di idrocarburi nel suo territorio. Si ricorda che la Regione Abruzzo può negare la propria intesa per le attività in terraferma (e può comunque esprimersi parere su quelle in mare), ma finora non si è mai espressa nei termini concessi dal Governo. Come al solito cittadini, movimenti ed associazioni in Abruzzo dimostrano di avere più lungimiranza dei loro governanti.

 


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