L'operazione Tramonto e il vastese nella morsa della criminalità

11 Gennaio 2012   13:14  

''Preoccupante il livello di criminalità raggiunto nell'area del vastese. Preoccupante perché le indagini hanno permesso di individuare sodalizi criminali dediti in maniera costante all'approvvigionamento di sostanze stupefacenti provenienti dall'area pugliese e campana, del tipo eroina, cocaina ed hashish''.

Sono le parole del Procuratore della Repubblica di Vasto Francesco Prete, a commento della maxi-operazione di ieri, denominata Tramonto. Gli arresti, ben 63, in buona parte notificati in carcere, sono stati eseguiti in sei regioni italiane: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Lazio ed Emilia Romagna.

Sono 15 i chili di stupefacenti (eroina, cocaina, hashish) sequestrati, oltre a un'arma da fuoco clandestina e 15mila euro in contanti. Altre 14 persone sono denunciate in stato di libertà. Le indagini hanno preso il via a seguito di alcuni attentati incendiari contro esponenti politici locali, imprenditori e rappresentanti delle forze dell'ordine.

A reggere le fila del malaffare a Vasto tre gruppi di individui, campani e di etnia rom. La famiglia Martusciello di Napoli, che opera sull’asse Napoli-Vasto-San Salvo, Pasquale Bevilacqua e Antonio Sacco, che controllano l'area di San Severo-San Salvo.

Infine nel medio alto-vastese il sodalizio capeggiato da una figura ampiamente conosciuta alle forze dell'ordine e della cronaca nera, Lorenzo Cozzolino, (nella foto), 41 anni, originario di Cercola nel napoletano, affiancato dalla moglie Italia Belsole, 37 anni, originaria di San Giorgio a Cremano. Questo un suo sintetico corriculum vitae. Definito dagli inquirenti "un esule della camorra", Lorenzo Cozzolino è arrivato in Abruzzo, a Gissi, 12 anni fa, a seguito della guerra tra clan esplosa a Portici. e dopo che è rimasto ferito in un agguato che è costato la vita ad un suo fedelissimo.

Cozzolino, spiegano gli inquirenti, era a capo di un agguerrito gruppo di fuoco,  e aveva cercato di costruire un clan  tra il 2001 e il 2002, per scalzare a Portici il clan Vollaro  e accaparrarsi le strade dello spaccio di stupefacenti.  Tentativo però fallito e a seguire l'esilio in Abruzzo. Dove, nel 2002,  viene però arrestato dalla procura di Portici con l’accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico, estorsione, tentato omicidio e lesioni.

Altro arresto nel 2004, da parte dei Carabinieri di Vasto, perché nella sua abitazione di Gissi viene trovata un consistente quantitativo di cocaina ed una mitraglietta. Successivamente  viene scarcerato in attesa di giudizio.

Nel marzo 2008 la Squadra Mobile di Chieti però lo arresta nuovamente a Gissi dove vive da alcuni anni con la famiglia, in un'abitazione con porte e finestre blindante e controllata da telecamere. Cozzolino tenta una fuga per i vicoli del paese. Ma quando scopre che che quelli che aveva di fronte erano poliziotti, quasi esulta e si rincuora. Il suo timore era quello di un agguato da parte di altri malavitosi. In casa gli viene trovata una pistola calibro 9 pronta all'uso.

Cozzolino, condannato a sette anni, e agli arresti domiciliari in una casa popolare di Gissi, torna alla ribalta nel novembre 2011. I carabinieri, dopo settimane di appostamenti, fanno un blitz nella sua abitazione. Si scopre che insieme alla moglie aveva trasformato la sua casa in un market della droga.

Sequestrati 2,5 chili di eroina, 18 proiettili calibro 38 detenuti illegalmente, materiale per il confezionamento delle dosi, 2.500 euro in contanti e un'agenda, su cui probabilmente la coppia annotava informazioni utili per scoprire chi li rifornisse di droga. La coppia è tornata in carcere.

Dopo poche settimane vengono date alle fiamme due autovetture appartenenti a due parenti di Lorenzo Cozzolino. Accanto alle auto bruciate, una Fiat 500 e una Citroen C2, i carabinieri trovano una bottiglia di plastica con tracce di liquido infiammabile.

Spiega l'avvocato di Cozzolino: ''Il mio cliente non ha nascosto di essere molto preoccupato. Lui ha dei sospetti precisi. Di certo si tratta di qualcuno che conosceva i legami di parentela fra Cozzolino e le proprietarie delle vetture''

Infine l'ulteriore avviso di garanzia notificato in carcere a seguito della maxi-operazione di ieri.

 


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