L'ottalogo del metropolita e il silenzio dei laici aquilani

Intervista al Vescovo Molinari

07 Marzo 2008   13:18  

Novità di questa campagna elettorale è che nessuno promette miracoli. Grandi cose certamente, interventi concreti e risolutivi, assolutamente si. Ma con i piedi per terra, per carità, perchè la situazione economica internazionale, per non parlare di quella italiana non è certo rosea.

Anche l'arcivescovo metropolita dell'Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, in occasione di apparizioni di santi in ristoranti di montagna o alla notizia di sacre effigi sanguinanti, ha sempre e tempestivamente invitato i fedeli a tenere i piedi per terra e a diffidare da affrettate spiegazioni miracolistiche. Sottolineando che la fede è cosa dello spirito, è coerenza dei valori e dei comportamenti quotidiani.

Ed è forse la stessa diffidenza per i farisei e per l'esteriorità della fede, che ha spinto il Vescovo Molinari, a stilare un elenco di otto consigli per il voto di aprile, ovvero una guida pensata per i poveri cristiani, smarriti nella babele della campagna elettorale e nella selva oscura della politica italiana, dove sono in agguato pubblicani, scribi farisei ed atei devoti, che tirano per la giacchetta la chiesa, o meglio i tanti elettori di fede cattolica. Nell'elenco dei valori e dei consigli, al primo posto manco a dirlo il perentorio invito a non votare i partiti che favoriscono l'aborto, l'eutanasia e le tante altre manipolazioni della vita.

A seguire le libertà democratiche, i diritti dell'uomo, il pluralismo sociale ed istituzionale, il lavoro per tutti, la giustizia sociale e la solidarietà, e qui il vescovo indica anche una terza via tra neoliberismo selvaggio e stato assistenzialista. Al settimo punto la pace e lo sviluppo nel mondo e a concludere non poteva mancare la famiglia, quella tradizionale, ovvio, tra uomo e donna, consacrata dal matrimonio. Corollario dell'ottavo punto: di Pacs, Dico e unioni omosessuali neanche a parlarne.

Nessuna indicazione di voto per questo o quel partito, per carità, sottolinea il vescovo, nè un appello rivolto quei sapientoni della politica, ma poco ci manca.

Le reazioni del mondo politico non si fanno attendere, ma questa volta a far rumore non sono le alzate di scudi ma il silenzio del mondo laico e delle forze politiche che in tema di aborto e famiglia ad esempio, non la pensano certo come il metropolita aquilano.

Tacciono i Verdi, Rifondazione, i Comunisti italiani e i socialisti. Persino in casa radicale non si muove una foglia. I partiti in questi giorni, può essere una spiegazione, sono in questi giorni più interesatti a questioni mondane, ovvero litigano su chi piazzare ai primi posti delle liste elettorali che saranno presentate agli lettori come una sorta di schedina precompilata. A tenere alta la bandiera un pò scolorita del laicismo restano così solo i giovani dell'Italia dei valori, che accusano Molinari di fare politica e di interferire in modo indebito nella campagna elettorale. Ma subito i responsabili adulti del partito hanno telefonato al Vescovo, scusandosi per la ragazzata e baciandogli metaforicamente l'anello.

Il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, di Sinistra democratica ma che appoggerà Walter Veltroni, si affretta invece a condividere le parole di Molinari, in sintonia con il suo avversario elettorale Gianfranco Giuliante di An. Il vescovo Molinari, argomenta il sindaco, si è rivolto, come è suo compito pastorale, ai fedeli e non agli elettori, e dunque non lo si può accusare di ingerenza politica.

Se poi i fedeli andranno a votare ed eleggeranno in Parlamento rappresentanti che faranno leggi valide per tutti in tema di aborto e famiglia, questo dipende dalla multivocità degli enti di cui parlava anche San Tommaso, verità metafisica in cui c'è forse l'essenza del difficile rapporto tra laici e cattolici, tra stato e chiesa, sin dai tempi della breccia di Porta Pia.

FT


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