LEGGE TUTELA COSTA TEATINA: CONFINDUSTRIA, SI NEGA SVILUPPO

13 Marzo 2008   11:32  

La confindustria Abruzzo in una nota del presidente Calogero Riccardo Marollo, esprime "preoccupazione e vera perplessità per i provvedimenti che la regione continua ad assumere in spregio a qualsiasi criterio orientato alla crescita socio economica del territorio e in totale assenza di qualsiasi progetto di pianificazione organica di sviluppo". Confindustria si riferisce alla recente legge "Provvedimenti urgenti a tutela della costa teatina", approvata all'unanimità dal Consiglio Regionale lo scorso 4 marzo, che, "sotto la pressione di evidenti motivazioni di carattere elettoralistico e con lo scopo molto discutibile di bloccare il Centro Oli di Ortona - afferma Marollo -, di fatto impone a tutta la regione, e non solo ai comuni della costa teatina, un fermo anche a tutti i nuovi investimenti produttivi e non solo di quelli tipicamente industriali ma anche di natura agricola e commerciale.

La legge, che si dimostra per questo anche paradossale, recita infatti che tutti i terreni coltivati - dai vigneti ai semplici orti - sono soggetti a completa tutela ambientale e che quindi ne è fatto divieto di qualsiasi diversa destinazione. Parimenti, anche nelle aree a diversa destinazione urbanistica ma limitrofe a quelle agricole, sono vietate tutte le attività economiche, ancorchè già autorizzate ma non realizzate, di cui all'allegato del DM 5 settembre 1994. Di fatto, tale allegato - secondo Marollo -include pressochè tutte le attivita' produttive, e non solo tipicamente industriali, compresi l'allevamento di animali, le stalle per il bestiame, scuderie e maneggi, depositi di formaggi, distillerie, ecc.: vengono paralizzate, così, anche le stesse attività agricole o connesse che la legge dice di voler tutelare. In sostanza, in modo del tutto sorprendente, sotto la pressione dei soliti 'comitati del no a prescindere', la classe politica regionale che finora non ha sicuramente brillato per intraprendenza legislativa a sostegno dello sviluppo regionale, ha deciso, in modo bipartisan e senza alcuna fase concertativa con le parti sociali, che questa regione potrà fare a meno di nuovi investimenti produttivi, in attesa che l'ARTA prima (con la definizione delle linee guida) e la Regione, le Provincie, i Comuni e finanche le Comunita' montane poi, pervengano, nell'ambito della formulazione dei propri piani, alla preventiva valutazione sugli effetti sull'ambiente derivanti dalla loro attuazione…..: lasciamo giudicare le possibili tempistiche di tutte queste procedure tra loro concatenate, anche in considerazione della nota efficienza della nostra amministrazione pubblica".

Secondo Confindustria ,inoltre, "come spesso accade per timore di assunzioni di responsabilità 'eccessive', i solerti uffici regionali già stanno facendo della legge, se pure ce ne fosse bisogno, una interpretazione fortemente restrittiva negando l'avvio delle procedure autorizzatorie richieste dai vari interessati".

(AGI)


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