La Bafile visita i detenuti sudamericani nel carcere romano di Rebib

27 Luglio 2007   15:46  
Mariza Bafile, deputata ds italo-venezuelana di origine abruzzese, si è recata nel il carcere romano di Rebibbia in seguito alla segnalazione di un detenuto italo-venezuelano. La visita, fa sapere la parlamentare, ha inteso ribadire anche l’ottima collaborazione instaurata con "Antigone", e l’interesse verso il progetto promosso proprio da Antigone con Eurosocial, che si propone di trasferire l’esperienza italiana per migliorare le condizioni di vita dei detenuti in Sudamerica. "In questa occasione – ha detto, la Bafile (nella foto) – ho incontrato uno dei due italo-venezuelani e anche altri sudamericani. Ho riscontrato, con grande soddisfazione, che questi cittadini rappresentano una minoranza rispetto alle altre comunità, generalmente sono dentro per pene lievi e per furto, traffico di stupefacenti, prostituzione. Ho avuto un colloquio con alcuni di loro per raccoglierne le richieste impegnandomi nel farmi promotrice presso le ambasciate della loro presenza nel carcere romano e soprattutto delle loro esigenze. Rebibbia – ha notato la Bafile - offre condizioni di certo migliori di quelle delle carceri sudamericane, ma la solitudine aggrava certamente le situazioni. Inoltre, ci sono gravi problematiche che vanno affrontate. Per esempio, nell’incontro con Antonino Guerra, il detenuto italo-venezuelano che mi ha scritto per esporre il suo caso, si è evidenziato un problema che coinvolge tutti coloro che usufruiscono di estradizione: in Venezuela aveva scontato quasi tutta la pena ed era in condizione di semilibertà. Tornato in Italia, a seguito della domanda di estradizione, ha ricominciato a scontare la sua pena praticamente dall’inizio in attesa che arrivino i documenti che dimostrino quanto già fatto in Venezuela. In pratica – spiega la deputata - non soltanto non può godere della semilibertà, ma neanche dei privilegi che sono assegnati ai detenuti dopo un periodo di buona condotta. Dal momento dell’arrivo in Italia per Guerra e l’altro detenuto (anch’egli aveva scontato quasi per intero la sua pena in Venezuela) sono trascorsi tre anni!". È, questo, un tema molto delicato che richiede un’attenzione particolare e anche un intervento a livello legislativo che la deputata si è ripromessa di portare avanti. "In proposito – ha spiegato - so di poter contare sulla consulenza di ´Antigone´, e anche della Direzione del Carcere di Rebibbia che ha mostrato grande apertura”. Nel corso della visita, la parlamentare eletta all’estero ha incontrato anche i detenuti transessuali, unico reparto in cui i sudamericani sono maggioranza, raccogliendo testimonianze toccanti. "Sono persone che hanno bisogno di attenzioni particolari, anche dal punto di vista sanitario, alcuni sono sieropositivi – ha chiarito la Bafile - e molti hanno problemi legati ai documenti". La richiesta che questi detenuti le hanno rivolto è di farsi portavoce presso le rispettive ambasciate per chiedere il rinnovo dei loro documenti. "Voglio continuare il mio impegno anche in questo settore – ha concluso la Bafile - sia perché mi considero una parlamentare italiana e quindi, come membro della Commissione Affari Sociali desidero offrire il mio apporto alla costruzione di un’Italia più giusta, sia perché, come deputata eletta all’estero, sento il dovere di contribuire al miglioramento e rafforzamento dei rapporti tra l’Italia e l’America Meridionale, curando soprattutto tematiche riguardanti i diritti umani".

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