La Figlia di Iorio nel cratere sismico

Fontecchio 24 agosto

20 Agosto 2010   12:20  

Dopo il grande successo della prima nazionale dell' 1 Agosto a ROMA al Festival di Villa Pamphilij, prestigioso appuntamento dell'Estate Romana e la felice tournée in diverse città di Abruzzo, Molise, Lazio e Umbria, il nuovo spettacolo del Drammateatro La figlia di Iorio/Fabula, una psicomachia drammatica tratta dal celebre testo di Gabriele D'Annunzio qui appositamente riscritto dal Regista e Dramaturgo della Compagnia pescarese Claudio Di Scanno sarà a Fontecchio il prossimo martedì 24 Agosto alle ore 21,00 in Piazza del Popolo, nell'ambito delle manifestazioni organizzate dal Comune di Fontecchio e con il sostegno dell'ATAM e del TSA.

Protagonisti de La figlia di Iorio del Drammateatro sono gli attori, con nomi importanti quali Susanna Costaglione e Federica Di Martino, e quindi Raffaello Lombardi, Serena Mattace Raso, Paola Cerimele, i giovani dello spettacolo Marina Di Virgilio, Michele Di Conso, Anna Pieramico, Valentina Caiano e Gianluca Marcellusi. Dieci attori per costruire una "coralità" tipica della drammaturgia che Claudio Di Scanno ama determinare nelle sue riscritture, tutta tesa a restituire freschezza e attualità ai testi classici.

E anche questa sua La figlia di Iorio non ne è immune, tanto da puntare fortemente sull'idea di un personaggio nuovo, La Sconosciuta, interpretata da Federica Di Martino, una Eleonora Duse che in occasione del primo allestimento non potè interpretare Mila perché malata (D'Annunzio avrebbe poi affidato il ruolo a Irma Gramatica) e che qui rivive i sentimenti dell'opera come se questa fosse una proiezione della sua mente. Complici di questa pulsione, a volte gioiosa altre dolorosa, proiettata sulla scena sono alcuni personaggi del testo che si materializzano nella stanza della sua immaginazione: e troveremo via via Candia e la Donna delle Erbe, due personaggi mirabilmente interpretati da Susanna Costaglione (attrice storica del Drammateatro e qui anche nelle vesti di collaboratrice alla drammaturgia), le tre sorelle di Aligi Ornella, Splendora e Favetta, Aligi, Mila, Lazaro, Iona, il Santo dei Monti, Vienda, La Cinerella, Anna Onna, e poi i gruppi (Mietitori, le Donne) qui pensati alla maniera del Coro della Tragedia antica.

La scenografia di Marta Crisolini Malatesta (anche autrice dei costumi di scena) definisce un luogo/non luogo, una dimensione che gioca tra lo spaccato di un teatro (con camerini, guardaroba,...) e l'aia di una casa colonica, spazio della festa ma anche della tragedia, spazio del teatro dove La Sconosciuta materializza i personaggi della tragedia dannunziana.

Ed è, come scrive Claudio Di Scanno nelle note di regia, il passaggio dalla festa al sacrificio e alla morte che si definisce l'idea di questa Figlia di Iorio, e cioè di uno spettacolo che è anche una riflessione sulla tradizione immutabile e, per vivo contrasto, l'urgenza di rinnovamento che le nuove generazioni sempre ci propongono, anche attraverso dei naturali atti d'amore. E che spesso vivono come una istanza tragica e di profonda conflittualità. Come un doloroso naufragio dell'anima.

Tutto il progetto de La figlia di Iorio del Drammateatro è sostenuto innanzi tutto dall'A.T.A.M. Associazione Teatrale Abruzzese e Molisana attraverso una collaborazione alla distribuzione dello spettacolo in Abruzzo e Molise, e quindi da un rinnovato rapporto di coproduzione con il TSA Teatro Stabile d'Abruzzo, che anche in questa occasione ha inteso riaffermare la validità di un lungo rapporto coproduttivo col Drammateatro iniziato nel lontano oramai 1998 (con lo spettacolo Dannati Angeli! ) e proseguito poi dal 2005 al 2008 con la Trilogia del mondo antico (Prometeo Incatenato, Antigone e quindi l'Orestiade).

 


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