La “Grande Pescara”:un sogno o un incubo angosciante?

20 Agosto 2011   09:25  

Il Presidente del Consiglio Comunale, Marcello Michetti, ha emesso la seguente nota: «Il dibattito politico abruzzese, alimentato da numerosi suoi autorevoli esponenti, è da giorni incentrato sull’ipotesi di un futuro accorpamento tra le province di Chieti e Pescara.

 Sono rilanciate proposte sulla creazione dell’area metropolitana e su fusioni di città per formare la “Grande Pescara”.

 In tempo di mezza estate la politica genera queste cose... sogna e fa sognare.

 E il sogno può trasformarsi in un incubo angosciante.

 .. La provincia di Chieti è accorpata a quella pescarese..

.. Pescara ingloba i centri satelliti e diventa la “Grande Pescara”..

.. Chieti, aggregata all’area metropolitana, fornisce spazi edificabili, risorse culturali ed economiche alla ” causa”..

.. L’Abruzzo interno si spopola ulteriormente..

.. Nasce una città enorme, che cresce e si moltiplica, da Montesilvano, a Ortona, a Torre dei Passeri: una “MEGALOPOLI” che annega nel cemento centri antichi , colline, campagne, vallate..

 Un incubo!

 E solo un brutto sogno di mezza estate oppure c’è veramente qualcuno che agogna simili scenari?

 Il dubbio rimane.

 La luce del sole rimette le cose a posto, la città e la provincia di Chieti restano dove e come sono.

 D’altronde, leggendo i giornali, si apprende con sollievo come la recente finanziaria non preveda accorpamenti per l’Abruzzo: le quattro province superano la soglia dei 300.000 abitanti.

  La Provincia di Chieti, la più popolosa, raggiunge quasi 400.000 abitanti e nulla potrà cambiare, almeno fino a quando non saranno tutte abolite a livello nazionale, ma sarà un’altra storia.

 E allora, anziché fantasticare su accorpamenti e fusioni, ci s’impegni piuttosto a valutare come sviluppare e rilanciare le aree critiche del nostro territorio, come ad esempio la Val Pescara. 

 Un' area interprovinciale, appunto, per troppi anni ignorata e sottovalutata che merita, per le sue molteplici funzioni, complessità e vocazioni una attenta nuova pianificazione, in modo da:

 -          riportarvi lavoro e occupazione attraverso un'opportuna reindustrializzazione;

-          razionalizzarne le aree commerciali, ponendo limiti alla grande distribuzione;

-          realizzarvi un'efficiente rete di servizi, investendo su energia e mobilità; 

-          recuperarne le zone libere, bonificando l’ambiente e realizzando il parco fluviale.

 Se si evita di cadere in tentazioni di supremazia di una o più città su territori con diverse specificità e identità, i dibattiti e i confronti diventano un reale e leale strumento di analisi e di progetto atto a valutare le comuni risorse, le possibili sinergie, per rendere efficienti i servizi, per ripensare l’urbanistica e l’ambiente di contatto tra le due province.

 Se l’obiettivo reale è questo, Chieti e la sua provincia non potranno che avere vantaggi; gli scenari di megalopoli possono essere rimandati alla prossima estate.»


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