La Parentopoli in Regione Abruzzo e le lettere anonime

19 Gennaio 2011   10:14  

Un posto di lavoro in cambio dei voti per essere rieletto. C’è anche un filone tutto aquilano su quella che è stata da circa tre anni ribattezzata come la “parentopoli d’Abruzzo” che aveva visto gli investigatori della Polizia di Stato di Pescara far scattare le manette su Antonio Iovino, direttore del Servizio organizzazione e sviluppo delle Risorse umane con l’accusa di truffa ai danni di ente pubblico, abuso d’ufficio, falsità ideologica, soppressione di atti veri, falsità materiale, rivelazione di segreti d’ufficio.

Gli investigatori della Procura della Repubblica dell’Aquila hanno tra le mani una gran mole di documenti ritenuti interessanti, ma anche prove testimoniali in cui sarebbero emersi casi di presunti favori nei confronti di amici e parenti dei sospettati che sarebbero stati agevolati illecitamente in occasione di concorsi pubblici.

L’inchiesta aquilana fa il pari con quella di Pescara ed è seguita dal pm David Mancini che, contrariamente agli investigatori della Polizia di Stato del capoluogo adriatico (che utilizzarono le intercettazioni telefoniche) ha nel proprio ufficio materiale cartaceo, in cui nero su bianco vi sarebbero delle esplicite “segnalazioni” da parte dei politici sui candidati ai concorsi o di giovani che avrebbero dovuto prendere parte a progetti organizzati ad hoc e finanziati dalla stessa Regione.

Sempre la Procura della Repubblica dell’Aquila ha avviato una serie di indagini per fare luce su una lettera anonima recapitata all’Ufficio Affari generali della Regione Abruzzo, indirizzata al funzionario responsabile in cui oltre a insulti non velati si fanno riferimenti a presunte irregolarità nell’espletamento di concorsi in seno allo stesso ente. Il funzionario non ha perso tempo nel presentarsi negli uffici competenti per presentare una denuncia. Non si esclude che a inviare la lettera anonima possa essere stato un impiegato interno alla Regione.

Infine è atteso per il mese di aprile, il lavoro di trascrizione da parte del consulente nominato dalla Procura dell’Aquila delle intercettazioni telefoniche del filone pescarese sulla cosiddetta parentopoli, “approdata” in sede di udienza preliminare, dopo una serie di rimbalzi tra le procure dell’Aquila e Pescara. L’indagine come si ricorderà venne avviata dalla denuncia fatta dall’ex consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Tagliente.

Sotto accusa per truffa e abuso ci sono il dirigente regionale Antonio Iovino, Giovanni D’Amico consigliere regionale Pd, Franco La Civita, dirigente del servizio riforme istituzionali rapporti con gli enti locali della Regione; Nazzareno Fidanza presidente del Parco Sirente-Velino, Alessandra Manni e ancora Fabio Fidanza, Rocco Totaro, Rosa Norcaro, Paolo Cesare Giffi e Marina Flati.

Fonte: Il Messaggero Abruzzo


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